23/08/2018

Sanità

Infarti, Chivasso è una città cardioprotetta. Il Comune installa 4 defibrillatori nei punti strategici della città

Chivasso

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La morte cardiaca improvvisa, in Italia, è responsabile di circa 1 decesso ogni mille abitanti ogni anno. La sopravvivenza, in assenza di trattamento, è solamente del 2%, ma se il paziente viene soccorso rapidamente e rianimato con l’uso di un defibrillatore entro i primi 3-5 minuti, ha il 50% di probabilità di superare la crisi. Ogni minuto in più di attesa riduce questa percentuale del 10%.
Ed è sulla scorta delle statistiche che il Comune di Chivasso ha deliberato di installare 4 defkibrillastori cardiaci in altrettanti punti strategici della città.

“Bastano questi semplici numeri per farci comprendere che un intervento rapido ed efficace può salvare un enorme numero di vite umane. Il tempo è il fattore chiave – ha spiegato l’Assessore alle Politiche sociali, il cardiologo Claudio Moretti -. Se ci dovesse capitare di vedere coi nostri occhi una persona che improvvisamente si accascia al suolo e non risponde più agli stimoli, dopo aver fatto la chiamata di rito al 112 ci renderemmo conto che 4-5 minuti passano assai rapidamente. Il mezzo di soccorso molto difficilmente arriverà in un lasso di tempo così breve”.

“Queste sono le ragioni per cui sempre più Comuni si stanno attrezzando per una cardio-protezione diffusa capillarmente – sottolineano il sindaco Claudio Castello e l’assessore Moretti -. Questa Amministrazione ha pensato che fosse giunto il momento di avviare un programma di cardioprotezione capillare anche a Chivasso e nelle frazioni. Per questo motivo sono stati posizionati i primi quattro DAE in punti nevralgici della città: in Piazza della Repubblica, Piazza Noè, in piazza gen. C.A. Dalla Chiesa presso il Teatrino Civico e davanti a Palazzo Einaudi”.

I DAE (defibrillatore automatico esterno) vengono posizionati in luoghi caratterizzati da elevati flussi di persone: piazze cittadine, parchi, stazioni ferroviarie, fermate della metropolitana e centri commerciali; qui sono stati collocati piccoli armadietti climatizzati contenenti il defibrillatore semi-automatico.

“Si tratta di un dispositivo che una volta collegato ad un paziente è in grado di analizzare l’elettrocardiogramma ed eventualmente erogare una o più scariche elettriche per fare ripartire il cuore – ha spiegato il dottor Moretti -. Non si tratta di un dispositivo pericoloso: infatti, se rileva attività cardiaca non interviene. Il dispositivo può essere utilizzato da tutti coloro i quali hanno seguito un corso teorico-pratico della durata di alcune ore in cui viene insegnato come riconoscere un arresto cardiaco e come effettuare una efficace rianimazione, che richiede il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore (DAE)”.

A breve inizieranno tutta una serie di iniziative per sensibilizzare la popolazione e verrà proposta la frequenza dei corsi BLS-D che trasformeranno molti cittadini volenterosi in operatori in grado di salvare vite umane.

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