30/01/2022

Sanità

All’ospedale di Ciriè i medici sono antiabortisti: Parte la petizione on line: “Pretendiamo di abortire”

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Chiedere l’accesso all’aborto all’ospedale di Ciriè dove i medici sono tutti antiabortisti: sono in 8 mila ad aver firmato sulla piattaforma “Una petizione on-line, attraverso la piattaforma on line “Change.org”, promossa da Giulia Sopegno.  “Stando ai dati raccolti e curati da “Non Una di Meno Torino” nel maggio 2021, la percentuale di obiettori di coscienza nella Regione Piemonte è del 58% tra i ginecologi, del 41% tra gli anestesisti – si legge nel testo della petizione -. Questi numeri, in linea con la media nazionale italiana, che è del 67% (ultimo dato: 2019), diventano ancora più allarmanti se si considera che si tratta di una media numerica: infatti, in ben 15 strutture ospedaliere della nazione, la percentuale di ginecologi obiettori corrisponde al 100%, ovvero in quelle strutture non si effettuano in nessun modo IVG. L’ospedale di Ciriè rientra purtroppo in quest’ultimo sottogruppo».
Per leggere il quadro completo, si consideri che l’Asl To4 è l’azienda sanitaria cui fanno capo, oltre a Ciriè, gli ospedali di Ivrea e di Chivasso, dove la percentuale di obiettori si aggira attorno al 40%. Basta fare un rapido calcolo per accorgersi che la media degli obiettori sull’intera Asl si allinea coerentemente alla media nazionale, tra il 60 e il 70%”.

“Al netto di tutto ciò, nel 2022, si ritiene insufficiente ed inaccettabile che un’azienda sanitaria con un bacino di utenza di centinaia di migliaia di persone, su un territorio così esteso, eroghi un servizio così scarno e mutilo. La maggior parte delle donne intenzionate ad effettuare IVG sono costrette a spostarsi verso gli ospedali di Torino, primo fra tutti il Sant’Anna, che si fa carico del 45% delle IVG della provincia di Torino – aggiungono i promotori della raccolta firme – Aggiungiamo inoltre che, laddove fosse necessario spostarsi dal ciriacese verso le strutture di Ivrea e Chivasso, i servizi di trasporto pubblico sono estremamente scomodi oppure non esistono, vanificando completamente l’offerta dell’Asl To4 e obbligando naturalmente le persone a raggiungere per direttissima la città di Torino”.

“Pretendiamo trasparenza da parte delle Asl, i dati devono essere consultabili da tutte per poter fruire delle prestazioni mediche senza essere prese in giro o manipolate ideologicamente. Pretendiamo concorsi per l’assunzione di più di un ginecologo coscienzioso a Ciriè, non ce ne basta uno che faccia il lavoro di 10 persone da solo. Pretendiamo che la percentuale di obiettori in ogni singola struttura non superi il 50%, giacché un servizio che funziona meno della metà non è definibile tale ed è fuorilegge – concludono Giulia Sopegno e gli altri sottoscrittori dell’iniziativa – Pretendiamo di essere viste come cittadine e tutelate nel diritto alla salute”.

 

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