Licenziamenti Comital, Di Maio: “Tocca ai curatori fallimentari”. Forza Italia: “E’ campagna elettorale”

08/12/2018

Le ore passano e lo spettro del licenziamento collettivo si fa sempre più viucino causando panico e disperazione: entro lunedì 10 dicembre, se non arriverà il benestare del governo per la concessione della cassa integrazione secondo le procedure d’urgenza previste nel “Decreto Genova”, 119 ex dipendenti Comital-Lamalù rimarranno a casa. Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico  Luigi di Maio aveva, nel corso di un incontro che ha avuto luogo in Regione a Torino lo scorso 31 ottobre, promesso che i lavoratori avrebbero usufruito della “cassa”. Ma manca la circolare attuativa che dovrebbe cocretizzare l0inserimentro della Comital-Lamalù nel novero delle aziende in fallimento che usufruiranno delle deroghe e degli sgravi fiscali.

In una nota il ministro al Lavoro Luigi Di Maio ha ribadito che la sua attenzione verso questa vicenda è sempre viva: “Abbiamo avuto sin da subito attenzione verso la critica situazione che ha interessato i lavoratori Comital. È stata infatti creata una norma ad hoc che garantisse loro l’accesso alla cassa integrazione”. Nella medesima comunicazione il vicepremier sottolinea che la palla passa adesso ai due curatori fallimentari: “Il ministero è stato a disposizione del curatore e del consulente e continua ad esserlo. Ora c’è bisogno che lo stesso curatore presenti quanto prima il piano per la cassa integrazione al Tribunale per poter assicurare ai lavoratori l’accesso agli ammortizzatori”.

Se gli ex dipendenti della Comita e della Lamalù si sentono in qualche modo traditi, i deputati piemontesi di Forza Italia Claudia Porchietto e Carlo Giacometto polemizzano e ribadiscono che quella formulata dal ministero dello Sviluppo Economico è una delle solite promesse elettorali: “Quando, riferendosi ai lavoratori Comital-Lamalù, l’attuale vicepremier Di Maio racconta di aver creato ‘una norma ad hoc che garantisse loro l’accesso alla cassa integrazione’ ancora una volta dimostra di non aver compreso la differenza tra campagna elettorale e attività di governo – scrivono i parlamentari -. Come abbiamo inutilmente tentato di far capire nel corso dell’approvazione del decreto Genova e altre emergenze, la norma predisposta dall’esecutivo prevede la copertura per il biennio 2020-2021, lasciando quindi fuori le procedure fallimentari in essere, tra cui proprio quella che riguarda i lavoratori degli stabilimenti di Volpiano. Non a caso, il nostro emendamento, poi bocciato pur avendo individuato le necessarie coperture finanziarie, consentiva, al contrario, di estendere tale possibilità al 2018 e al 2019, evitando così di lasciare in mezzo una strada 127 lavoratori che da giugno sono senza alcuna forma di reddito. E’ inutile che oggi il Ministro cerchi di scaricare la responsabilità sulla curatela fallimentare, continuando con la propaganda sulla pelle delle persone.

Claudia Porchietto e Carlo Giacometto non hanno dubbi: a loro dire “fino ad oggi le sue promesse sono state puntualmente disattese, a evidente dimostrazione di come non sono sufficiente un tweet o una passerella per risolvere i problemi delle persone. Spiace che a pagare un prezzo altissimo di tanta incapacità siano quasi 130 lavoratori che sono state illusi e che, in assenza di soluzioni in extremis, dovranno subire la procedura di licenziamento collettivo”.

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