Ciriè: impiantato con successo in un paziente un pacemaker senza fili. È il primo in Italia
Ciriè: impiantato con successo in un paziente un pacemaker senza fili. È il primo in Italia
Un nuovo pacemaker miniaturizzato senza fili, che regola il battito del cuore nelle persone con bradicardia, è stato impiantato con successo all’Ospedale di Ciriè in Canavese. Si tratta di una delle prime esperienze in Italia di questo tipo di intervento, che offre numerosi vantaggi rispetto al pacemaker tradizionale con gli elettrocateteri. Lo ha annunciato il dottor Gaetano Senatore, Direttore della Cardiologia dell’ospedale, che ha eseguito l’operazione su uno sportivo che soffriva di svenimenti improvvisi.
La bradicardia è una condizione in cui il cuore batte troppo lentamente, compromettendo l’apporto di sangue e ossigeno all’organismo. Può causare vertigini, affaticamento, respiro affannoso o svenimenti e aumentare il rischio di arresto cardiaco. L’unico rimedio è l’impianto di un pacemaker, un dispositivo che monitora l’attività cardiaca e invia stimoli elettrici al cuore quando la frequenza scende sotto un certo livello.
Il pacemaker senza fili è un dispositivo innovativo, 10 volte più piccolo di uno standard e dotato di una batteria che può durare più di 17 anni. A differenza del pacemaker tradizionale, che richiede una tasca sottocutanea e dei fili che collegano il dispositivo al cuore, il pacemaker senza fili viene inserito direttamente nel ventricolo destro del cuore, attraverso la vena femorale della gamba. Questo riduce i rischi di infezione, sanguinamento o perforazione del cuore e rende l’intervento più rapido e meno invasivo. Inoltre, il pacemaker senza fili è già compatibile con le future tecnologie che permetteranno di stimolare entrambe le camere del cuore, atrio e ventricolo, in modo più naturale e fisiologico.
“Siamo orgogliosi di essere tra i primi in Italia ad aver utilizzato questo dispositivo rivoluzionario – ha dichiarato il dottor Senatore – Si tratta di una soluzione ideale per i pazienti con bradicardia che non possono ricevere il pacemaker tradizionale o che preferiscono evitare le complicazioni associate agli elettrocateteri. Il nostro paziente sta bene e potrà riprendere presto la sua vita normale e la sua attività sportiva”.
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