27/05/2023

Cronaca

Locana: acquedotto valle Orco, accordo tra Smat e Coldiretti per abbattere il consumo di suolo

Locana

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Locana: acquedotto valle Orco, accordo tra Smat e Coldiretti per abbattere il consumo di suolo

La Smat ha accolto le richieste di miglioramento del progetto dell’impianto di potabilizzazione di Locana. L’accordo è arrivato nel corso di un faccia a faccia tra Coldiretti Torino, rappresentata dal presidente Bruno Mecca Cici e dal direttore Andrea Repossini, e i vertici della Smat: il presidente Paolo Romano e l’amministratore delegato Armando Quazzo.

L’opera è il cuore del grande progetto di acquedotto della valle Orco e, nella precedente scelta progettuale, avrebbe comportato un eccessivo consumo di suolo agricolo, una difficoltà di accesso ai fondi e uno stravolgimento della rete irrigua. Coldiretti Torino, pur di fronte alla progettazione ormai già in fase esecutiva, aveva chiesto modifiche che garantissero il futuro agricolo di questa che è l’unica piana significativa della valle Orco.

“Abbiamo trovato una grande sensibilità da parte di Smat verso i problemi dell’agricoltura – sottolinea il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Grazie a questa disponibilità abbiamo convenuto che per il potabilizzatore della valle Orco non si realizzi una nuova viabilità ma si renda carrabile la strada interpoderale. Inoltre, la rete irrigua locale sarà ristrutturata e le particelle espropriate non si porteranno dietro i cosiddetti “reliquati”, cioè micro-appezzamenti inutilizzati: la Smat si è impegnata a stipulare, dopo gli espropri, apposite convenzioni con gli agricoltori interessati per lo sfruttamento agricolo di questi appezzamenti che così non resteranno incolti”.

Nel corso dell’incontro si è discusso anche di rischio siccità. “Presidente e amministratore delegato di Smat hanno prospettato la possibilità di realizzare una grande opera di ulteriore sanificazione delle acque depurate che fuoriescono dal depuratore di Torino a Castiglione torinese, che tratta 120 milioni di metri cubi l’anno di acque reflue. Questa enorme quantità di acqua, una volta abbattuta la carica batterica residua rispettando la nuova normativa europea, potrebbe essere pompata e immessa nella rete irrigua. Un’ipotesi tutta da approfondire ma che è in linea con una visione di utilizzo circolare della risorsa idrica captata e con le richieste di Coldiretti Torino per un uso plurimo delle acque per mettere in sicurezza l’agricoltura sempre più minacciata dalla siccità”.

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