30/04/2023

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La storia dello storico cotonificio Vallesusa in mostra al Castello Malgrà di Rivarolo Canavese

Rivarolo Canavese

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La storia dello storico cotonificio Vallesusa in mostra al Castello Malgrà di Rivarolo Canavese

Il Castello Malgrà di Rivarolo Canavese, sabato 6 maggio 2023 alle ore 17,00 sarà inaugurata la mostra “Il Vallesusa, storie di un cotonificio non solo rivarolese”, per ripercorrere attraverso foto e documenti la memoria di una delle principali industrie del Piemonte tra la metà del 1800 sino al fallimento nel 1965. La mostra è promossa dagli Assessorati alla Cultura e al Turismo della Città di Rivarolo e realizzata dall’associazione Amici del Castello Malgrà con la collaborazione della Biblioteca comunale “Domenico Besso Marcheis” per ricordare un’azienda che, insieme alla conceria Salp e all’Eaton Livia, ha segnato lo sviluppo cittadino nel Novecento.

Le origini dell’industria tessile a Rivarolo risalgono al 1843 con gli investimenti avviati da Maurizio Farina e dalla famiglia Chiesa per realizzare una prima manifattura nell’area tra l’attuale viale Berone e la stazione ferroviaria. Nel 1870 venne costruito un nuovo stabilimento a nord dell’abitato e negli anni Trenta del Novecento l’impianto fu acquisito dal Cotonificio Vallesusa dei cotonieri elvetici Wild e Abegg, società che coinvolgeva oltre 8.000 dipendenti. Nel 1954 il Vallesusa venne acquistato da Giulio Riva, imprenditore milanese che con operazioni spregiudicate si era imposto sulla scena industriale lombarda. Grazie agli aiuti del Piano Marshall e all’ammodernamento dei macchinari negli anni Cinquanta le produzioni Vallesusa raggiunsero popolarità nell’ambito della moda, anche grazie alle pubblicità su Carosello. Nel 1960 Felice Riva ereditò dal padre un colosso industriale con 24 stabilimenti e 15.000 dipendenti: la maggior attenzione per la vita mondana a discapito delle questioni aziendali e i contrasti con le maestranze, insieme a scelte finanziarie azzardate, determinarono il fallimento nel 1965. Successivi passaggi di proprietà e ridimensionamenti si conclusero, per Rivarolo, con la chiusura definitiva nel 2009.

Per decenni il Vallesusa ha offerto lavoro a molte famiglie rivarolesi e dei comuni limitrofi, rappresentando anche un’occasione di riscatto sociale e di crescita culturale, soprattutto per le maestranze femminili. Attraverso fotografie e riproduzioni di documenti da archivi pubblici e privati, la mostra potrà essere esperienza di restituzione condivisa della memoria della comunità.
La mostra sarà aperta tutte le domeniche dal 7 maggio al 1° ottobre, con orario dalle 15,00 alle 19,00 ad ingresso libero.
Durante l’orario di apertura sarà possibile partecipare alle visite guidate dai volontari Amici del Castello Malgrà per riscoprire la storia del maniero rivarolese, costruito dai Conti di San Martino a partire dal 1333 come presidio militare, poi trasformato in residenza nel XV secolo, con interventi settecenteschi soprattutto nell’ala nord, che ospita la mostra, fino al restauro in stile neomedievale curato da Alfredo D’Andrade e Carlo Nigra tra il 1884 e il 1926. Per visite guidate da parte di classi e gruppi in orari infrasettimanali è possibile contattare gli Amici del Castello al n. 3331301516 o la Biblioteca comunale al n. 012426377.

“Nel 2023 l’Associazione Amici del Castello Malgrà festeggia 30 anni di attività – annuncia la presidente Silvia Vacca – e ci sembra significativo innestare sul percorso di mostre, concerti, spettacoli teatrali, organizzati in questi decenni in collaborazione con l’Amministrazione comunale, una riflessione sul Vallesusa, che rappresenta una pagina ancora viva nella memoria collettiva rivarolese”.

“Acquistato dal Comune nel 1982 insieme al parco circostante, visitabile ogni domenica dal 1993 grazie all’impegno degli Amici del Castello, il Malgrà si conferma come punto di riferimento per la vita culturale cittadina” sottolinea l’Assessore alla Cultura Costanza Conta Canova “un ruolo ancora più evidente quando le mostre permettono la riscoperta di figure e momenti della storia del Canavese, come nel caso di Luigi Palma di Cesnola nel 2021 e di Carlin Bergoglio nel 2022”.

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