22/01/2024
Cronaca
Ivrea-Scarmagno, trovato in extremis l’accordo in Prefettura: l’autostrada Torino-Aosta non chiude
Scarmagno
/Ivrea-Scarmagno, trovato in extremis l’accordo in Prefettura: l’autostrada Torino-Aosta non chiude
Un incontro in extremis ha evitato la chiusura dell’autostrada A5 Torino-Aosta, prevista per oggi, lunedì 22 gennaio 2024. La riunione si è tenuta alle 9.30 in prefettura, alla presenza del Prefetto di Torino, dei rappresentanti di Ativa, del Ministero e degli enti locali interessati. Al termine del vertice, è stato raggiunto un accordo per mantenere aperto il tratto tra Ivrea e Scarmagno, pur non risolvendo definitivamente i problemi di gestione della A5 e della bretella Ivrea-Santhià.
Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi hanno espresso soddisfazione per l’esito dell’incontro: “Abbiamo chiesto a gran voce e ottenuto che il vertice di questa mattina in Prefettura si chiudesse con una soluzione e questa soluzione è arrivata – hanno dichiarato – abbiamo chiesto che non si entrasse nel merito della vicenda amministrativa tra la società concessionaria e il ministero che verrà approfondita nelle sedi adeguate”.
L’autostrada Torino-Aosta resterà quindi aperta e gestita nella modalità attuale, senza ulteriori penalizzazioni per l’utenza: “Abbiamo difeso le ragioni dei nostri cittadini e del nostro sistema economico che non avrebbero compreso e non potevano accettare l’interruzione di un collegamento per una vertenza burocratica – ha aggiunto Cirio – ringrazio la Prefettura e la disponibilità di Ministero e di Ativa, che pur senza fare passi indietro rispetto alla vicenda complessiva, hanno compreso l’esigenza di non chiudere la tratta, con un provvedimento incomprensibile che avrebbe penalizzato cittadini e imprese”.
La Città metropolitana ha sostenuto la battaglia degli utenti e degli amministratori locali molto preoccupati per la situazione in atto. Il vicesindaco Jacopo Suppo ha commentato: “Ci siamo attivati per scongiurare una decisione che avrebbe fortemente penalizzato il territorio. Ativa e il Ministero si sono dimostrati sensibili alle nostre richieste e hanno trovato una soluzione temporanea in attesa di chiarire le questioni amministrative”.
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