09/07/2015

Cronaca

Il Tar respinge i ricorsi leghisti: Chiamparino evita il voto anticipato

Torino

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Alla fine Sergio Chiamparino, presidente della regione Piemonte, non dovrà essere costretto a dimettersi dalla carica a causa delle presunte firme false o irregolari delle liste (tranne il Pd) che lo hanno sostenuto.

A decidere della salvezza di Chiamparino è stato il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) che dopo giorni di discussione ha respinto tre dei quattro ricorsi presentati da Patrizia Borgarello, consigliere regionale della Lega Nord. I legali dei ricorrenti attendono adesso il deposito delle motivazioni circostanziali relative alla decisione assunta dai giudici amministrativi.

Il restante ricorso verrà discusso il prossimo 29 ottobre e, a quanto pare, toccherà soltanto in parte l’esecutivo regionale. In nessun caso, pare, sarà messo in discussione l’esito delle elezioni regionali del 2014.

Questi i fatti: tre delle quattro liste coinvolte nel ricorso hanno superato la verifica; ovvero la quantità di firme contestata nel ricorso in oggetto non sarebbe bastata ad annullare le liste perché il Partito Democratico ne aveva raccolte molte di più di quanto fosse richiesto.

Il legale della Lega Nord aveva a suo tempo richiesto un approfondimento istruttorio ma il tentativo si è rivelato vano.

Il dubbio, adesso, riguarda la maggioranza con cui Chiamparino potrà governare.  Se il Pd torinese dovesse essere eliminato con i suoi otto consiglieri la vicenda sembra essere destinata a complicarsi ulteriormente.

Gli otto seggi a quel punto dovrebbero essere ripartiti tra gli altri partiti rimasti e la maggioranza in Consiglio regionale sarebbe decisamente più risicata. Senza contare che il presidente della Regione perderebbe, tra gli altri, un assessore, il capogruppo dei democratici e il presidente del Consiglio regionale.

Potrebbero essere in bilico Davide Gariglio, Nino Boeti, Raffaele Gallo, Mauro Laus, Gianna Pentenero,Elvio Rostagno, Andrea Appiano e Daniele Valle, ossia i consiglieri regionali eletti nella lista provinciale del Pd di Torino che rischia di essere annullata. La partita è ancora in parte aperta: il procedimento penale per falso rimane all’impiedi. La procura di Torino ha finora indagato 13 persone tra funzionari del Pd ed esponenti politici locali sia appartenenti al Pd che a Sel.

Sembra assodato (il condizionale è d’obbligo) che alla vigilia della competizione elettorale furono probabilmente commessi dei pasticci. Lo stesso Sergio Chiamparino ha ammesso che il Pd torinese “segnala dei problemi che dovrà gestire per ottemperare al mandato ricevuto” e nel contempo, per sgombrare il campo da equivoci o interpretazioni strumentali, ha altresì dichiarato che continuerà ad esercitare il mandato che ha ricevuto agli elettori.

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