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Più facile dirlo che farlo: riconvertire la villa del presunto boss della ‘ndrangheta Bruno Iaria in un centro per l’emergenza abitativa non è un’impresa da potersi realizzare in breve tempo, almeno fino a quando gli arredi che non sono stati sequestrati e che appartengono ancora alla famiglia del boss, non saranno alienati.
Uno stop forzato dettato dal fatto che gli arredi con confiscati come quadri, effetti personali, materassi e mobili si trovano ancora la loro posto. Tant’è che l’altra sera in consiglio comunale la ratifica della convenzione tra l’associazione “Mastropietro Onlus” di Cuorgnè che, insieme a “Libera”, dovrà gestire lo stabile confiscato, è stata momentaneamente sospesa e sarà riproposta non appena la villa sarà completamente svuotata.
Ancora una volta il problema è costituito dalle procedure burocratiche: dovrà essere l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata a procedere all’alienazione di quanto è ancora di proprietà della famiglia Iaria. L’impegno adesso è di mobilitarsi per fare in modo che l’edificio venga svuotato al più presto.
Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale e delle due associazioni che dovranno gestire il progetto, la villa verrà trasformata in un centro per l’emergenza abitativa, un problema che assilla Cuorgnè, così come altri comuni di tutto il Canavese. Per adesso non resta che attendere.
Dov'è successo?
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