31/05/2020

Economia

Coronavirus: l’automotive è in gravi difficoltà. Appello degli industriali al premier Conte

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Preoccupati per le sorti del settore automotive, finora non considerato dai provvedimenti governativi per il sostegno alla ripartenza dell’economia, il presidente dell’Unione Industriale di Torino, Dario Gallina, e il presidente di Anfia, Paolo Scudieri, hanno rivolto un appello al Governo, inviando una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Sollecitare un intervento governativo è vitale per recuperare l’operatività del settore automotive, comparto chiave dell’industria manifatturiera italiana, e la sua capacità di sviluppo decisiva per il progresso economico. Il Covid-19 ha impresso una svolta drammatica al settore, determinando una paralisi senza precedenti in termini di domanda e di produzione. Ed è un fenomeno che investe pesantemente anche il Canavese. Serve modellare una politica di sviluppo industriale in grado di sostenere un lungimirante riavvio del comparto automobilistico per garantire una ripresa economica.

“Purtroppo non abbiamo ritrovato adeguata sensibilità e attenzione per l’automotive nel contesto dei provvedimenti governativi fino ad ora assunti – si legge nella lettera -. Esistono soluzioni che possono essere adottate subito e che possono sbloccare lo stallo del mercato dell’auto, che darebbero un rilancio all’intero settore, e avrebbero, tra l’altro, anche un effetto leva per le casse dello Stato, che vedrebbe ripagati gli sforzi temporanei con un incremento di gettito, come sempre garantito da vendita, possesso e utilizzo dei veicoli”.

Tra le misure proposte dall’Unione Industriale e da Anfia c’è l’attuazione immediata di incentivi che, oltre a permettere ai consumatori di sostituire la vettura, determinerebbero anche una riduzione delle emissioni, rinnovando il vetusto parco circolante, e darebbero sostegno alle oltre 300.000 famiglie che vivono grazie al settore, facendole tornare al lavoro e risparmiando anche le tante risorse oggi spese per la cassa integrazione. L’idea è di estendere l’ecobonus attualmente in vigore anche alle auto ad alimentazione alternativa con emissioni medie di CO2 da 61 a 95 g/km, allargando così la platea dei beneficiari, pur restando in linea con gli obiettivi europei di graduale decarbonizzazione della mobilità. È opportuno anche prevedere incentivi all’acquisto – con o senza rottamazione – di veicoli commerciali leggeri fino a 12 t, con uno schema differenziato per classi di peso e alimentazione.

Sarebbe molto utile, infine, l’introduzione di un incentivo all’acquisto delle numerose vetture e veicoli commerciali leggeri attualmente in stock presso i concessionari e i produttori (prodotti fino al 25 marzo 2020), in modo da facilitarne lo smaltimento, evitando blocchi al riavvio della produzione.

Oltre alle misure attuabili nel breve termine, i due presidenti chiedono al premier “azioni ben più ampie, impegnative e coordinate, e che il governo italiano si faccia promotore di un’istanza di politica industriale a Bruxelles, presso gli organi comunitari, per attuare una politica di raccordo con le istituzioni europee e di pressione sul livello comunitario, le filiere produttive dell’auto si stanno ridislocando su basi continentali e se le imprese italiane non saranno coinvolte in maniera determinante, si rischia non solo il ridimensionamento economico dell’Italia, ma una perdita di efficacia dell’industria europea nel suo complesso”.

Per rendere il loro appello ancora più incisivo, l’Unione Industriale di Torino e Anfia hanno anche trasmesso un ordine del giorno a Comuni e Regione Piemonte con “l’augurio che venga adottato e che sindaci e Presidente della Regione Piemonte diventino portavoci attivi presso il Governo del rilancio del settore automotive. In questo momento tanto terribile, la coesione e la determinazione comune – concludono – rappresentano la nostra forza”.

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