24/08/2015

Economia

Canavese, i cinghiali distruggono alpeggi e campi. Tempi lunghi per i risarcimenti

Canavese

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La storia è vecchia ma sempre attuale. L’eccessiva proliferazione dei cinghiali nelle zone montane causa la distruzione di alpeggi e coltivazioni e i risarcimenti arrivano sempre in ritardo e sempre più parziali. E gli agricoltori del Canavese oltre il danno devono subire anche la beffa.

Un esempio lampante: a Quincinetto (centro abitato al confine tra il Piemonte e la Valle d’Aosta) i risarcimenti relativi ai danni provocati dagli ungulati nel 2014, sono arrivati soltanto pochi giorni fa. Il pagamento è parziale: soltanto il 50% dell’importo che la Regione avrebbe dovuto liquidare. E tra margari e agricoltori la rabbia monta. E non a torto. Per protestare a chi ci deve rivolgere? Qui la questione si fa decisamente complessa perchè ci si deve addentrare in un coacervo di competenze che non ha eguali in Europa.

Il coinvolgimento di più livelli istituzionali crea non poche difficoltà, oltre al fatto che costringe gli enti locali e le associazioni di categoria ad attendere per mesi (quando va bene) risposte che, per legge, dovrebbero essere messo nero su bianco non oltre i 60 giorni. La Regione, la Città Metropolitana, il Corpo Forestale dello Stato: è un po’ come sbattere la testa al muro.

E a fare fronte al restante 50% del risarcimento mancante devono essere ancora una volta coloro sono stati danneggiati dai cinghiali. Dal canto loro diversi comuni dell’Alto Canavese, ovvero quelli maggiormente interssati da un eccessiva e massiccia presenza di cinghiali e che, di conseguenza, subiscono i danni maggiori (che ammontano a centinaia di migliaia di euro ogni anno), si stanno muovendo per organizzare com’è accaduto a Castellamonte e in altri comuni, battute di caccia con abbattimenti programmati, per limitare la presenza dei pericolosi cinghiali.

Ma anche questa è una battaglia sempre più difficile da combattere e vincere.

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