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06/02/2024
Economia
Canavese, agricoltori e allevatori scendono in strada: “L’Europa uccide il nostro futuro”
Pavone
/Canavese, agricoltori e allevatori scendono in strada: “L’Europa uccide il nostro futuro”
Gli agricoltori canavesani scendono in strada per protestare contro la politica europea che penalizza, a quanto sostengono, l’economia agricola e gli allevamenti. A Torino, in strada Moncalieri, decine e decine di agricoltori e allevatori, provenienti da tutto il Piemonte e dal Canavese a bordo di numerosi trattori, stanno inscenando una protesta che si protrarrà fino a venerdì.
L’iniziativa è nata da comitati spontanei guidati dalla sola passione per il lavoro, agricolo ma dopo anni di crisi la passione per l’agricoltura e l’allevamento non è più sufficiente a sostenere economicamente le aziende agricole italiane.
“Non chiediamo più sussidi europei o maggiori agevolazioni, ma la possibilità di vendere il nostro prodotto al giusto prezzo che ci permetta di coprire i costi di produzione e sopravvivere agli aumenti dei costi necessari a mandare avanti le nostre aziende – spiega Morena Adda, titolare dell’azienda agricola “La Cascinassa” di Pavone che ha aderito insieme a molti altri all’iniziativa, come hanno anche fatto Marco Bigio di Chiaverano, Matteo Detragiache di Perosa Canavese, i fratelli Robiola di Vallo e Massimo Gauna di Bollengo -. L’ Unione Europea impone agli agricoltori europei di rispettare limiti e di coltivare in modo sostenibile. Gli agricoltori devono sostenere però costi e burocrazia neanche lontanamente paragonabili a quelli di paesi come stati uniti , brasile e argentina con i quali dobbiamo confrontarci per quanto riguarda la concorrenza, una concorrenza decisamente sleale”.
Spiega ancora Morena Adda: “Costringere i nostri agricoltori a lasciare incolti i nostri campi, nonostante vengano promessi indennizzi economici, è un paradosso in quanto non risolve il problema inquinamento perché tutti i cereali di cui abbisogna la filiera italiana dovranno essere importati da altri paesi rendendoci ancora più schiavi, e imponendo costi per il trasporto sia in termini economici che ambientali e facilitando la sostituzione dei piccoli agricoltori da parte di multinazionali che non ridistribuiscono sul territorio gli utili e pagano le tasse in paradisi fiscali”.
A giudizio dei manifestanti qualunque misura il governo o l’unione europea intenda adottare nel prossimo futuro, non deve alimentare ulteriore burocrazia ma tenere conto degli agricoltori e non di tutti i soggetti che lucrano su di loro.
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