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13/12/2023
Cronaca
Caluso-Mazzè, il ministero ha deciso: le scorie nucleari saranno depositate in un altro sito
Caluso
/Caluso-Mazzè, il ministero ha deciso: le scorie nucleari saranno depositate in un altro sito
Coldiretti Torino accoglie con soddisfazione la decisione di escludere i territori agricoli del Torinese dall’elenco dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale di scorie nucleari. In particolare, le aree di Carmagnola-Poirino e di Mazzè-Caluso, importanti per la produzione agricola locale, sono state stralciate dal progetto.
La forte opposizione di Coldiretti Torino ha svolto un ruolo cruciale in questo successo. I due siti a sud di Torino e nel basso Canavese erano stati inizialmente indicati come potenzialmente idonei, ma grazie alle mobilitazioni organizzate da Coldiretti e sostenute dagli agricoltori, la decisione è stata rivista.
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, ha dichiarato: “Non potevamo accettare che due delle aree più importanti del Piemonte per le produzioni agricole fossero destinate al deposito nazionale di scorie nucleari. La nostra battaglia non è stata contro un’infrastruttura strategica per il Paese, ma piuttosto a favore della tutela dei terreni fertili, oggi più che mai essenziali per la produzione alimentare.”
Coldiretti Torino ha sostenuto la propria opposizione con azioni concrete, organizzando manifestazioni a Mazzè il 6 novembre 2021 e a Casanova di Carmagnola il 19 gennaio 2022, con la partecipazione di 150 trattori. Queste proteste miravano a difendere le ragioni pratiche e non ideologiche degli agricoltori.
Mecca Cici ha sottolineato: “Abbiamo chiesto che venissero considerate non solo le ragioni geologiche, ma anche quelle economiche e sociali legate all’agricoltura. La nostra è stata un’ambientalismo responsabile, che ha cercato di preservare il futuro delle produzioni identitarie per il nostro territorio.”
L’importante vittoria rappresenta un successo per l’agricoltura locale e il territorio, contribuendo a evitare una potenziale devastazione ambientale che avrebbe compromesso l’immagine agricola ed enogastronomica del Carmagnolese e del Basso Canavese.
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