
Caldo africano: l’Alto Canavese rischia l’emergenza idrica

Non è ancora emergenza idrica ma poco ci manca. Il caldo africano che ha colpito il nord Italia, dall’inizio di luglio, ha costretto la popolazione a consumare più energia ed acqua.
E se in molte zone si sono verificati black-out causati dall’eccessivo uso dei condizionatori, in altre come ad esempio l’Alto Canavese, le riserve idriche iniziano a scarseggiare in modo preoccupante, tanto che la Sca (la società che il gruppo Smat ha rilevato dopo il fallimento dell’ex Asa e che gestisce la rete idrica di una cinquantina di comuni), ha invitato, in via precauzionale, i sindaci ad emanare ordinanze in cui si invita la popolazione ad evitare ogni spreco. Niente lavaggi delle auto, niente acqua per irrigare i campi e limitarne l’utilizzo soltanto per l’uso domestico, almeno fino a quando non inizierà a piovere.
Compresa la gravità della situazione, i sindaci hanno immediatamente raccolto l’appello lanciato dalla Smat. Il Comune di Castellamonte è stato il primo a emanare un’ordinanza restrittiva che vieta l’uso improprio dell’acqua potabile. Sull’osservanza dell’ordinanza veglieranno le forze dell’ordine.
Per chi dovesse trasgredire sono previste sanzioni fino a 500 euro. In queste ore anche i comuni di Pont Canavese e Cuorgnè hanno seguito l’esempio di Castellamonte.
Marco Succio, sindaco di Agliè ha preferito usare i social network per invitare i suoi concittadini ad un uso più parsimonioso dell’acqua confidando nel buonsenso e senso di responsabilità.