14/09/2017

Sanità

Asl To4, il Nursind: “A Ciriè la pausa mensa è differenziata e più corta che negli altri ospedali”

Ciriè

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L’ennesima battaglia condotta dal Nursind, il, sindacato autonomo delle professioni infermieristiche e riguarda questa volta la mensa aziendale dell’ospedale ciriacese che, diversamente da quanto accade negli ospedali di Ivrea e Chivasso dove il personale può cenare dalle 19,00 alle 20,30 mentre a Ciriè l’orario è stato anticipato dalle 18,00 alle 19,00. La mensa è aperta per le esigenze dei lavoratori o per le esigenze dell’azienda? si chiede il Nursind. E per avere una risposta il sindacato ha promosso presso l’Ispettorato del Lavoro di Torino, un intervento ispettivo e di vigilanza nei confronti dell’Asl T04 per accertare la corretta “applicazione delle disposizioni contrattuali sulla pausa mensa e il recupero psico-fisico, chiedendo di ordinare alla parte datoriale (ovvero l’azienda sanitaria, ndr), di attenersi alla normativa di riferimento. Questa è una problematica che va avanti da diverso tempo, relativamente al personale turnista dipendente dell’Asl To4 nel presidio ospedaliero di Ciriè”.

In definitiva:  il sindacato Nursind afferma di aver chiesto più volte alla dirigenza dell’azienda sanitaria di uniformare gli orari di apertura della mensa. A Ciriè è differenziato, rispetto agli presidi, a causa – stando a quanto afferma il sindacato – a causa della carenza del personale di cucina. “La scrivente organizzazione sindacale ha più volte chiesto all’Asl To4  di uniformare l’orario di apertura mensa per poter permettere a tutti i dipendenti (fondamentalmente infermieri) di usufruire del servizio, visto e considerato che dalle 18,00 alle 19,00 si concentrano molte attività di tipo sanitario assistenziale che, chiaramente, non possono essere garantite al cittadino”.

Non è tutto: il Nursind rimarca con determinazione come a distanza di un anno dalle segnalazioni effettuate nei confronti dei vertici dell’Asl To4, la differenza d’orario non solo non è variato ma molti dipendenti, impegnati in particolar modo infermieri dell’area emergenza, non riescono a usufruire delle pausa prevista dal DLgs 66/03 ma si vedono decurtati d’ufficio i 30 minuti di pausa non usufruita. In questo contesto i vertici dell’azienda sanitaria avrebbe replicato così: “Di norma non vi sono Unità Operative in cui si possa dichiarare preventivamente ed in modo certo quanti e quali operatori siano da considerare inamovibili. Tale eventualità potrebbe presentarsi a causa di improvvise, non programmabili né procrastinabili, attività assistenziali, in conseguenza delle quali gli Operatori coinvolti potranno consumare il pasto, richiesto al Servizio cucina, presso la propria Unità Operativa”.

Per Giuseppe Summa, segretario del Nursind Torino la risposta è chiara: “Dalla risposta infatti, si evince chiaramente che vista la tipologia di attività svolta, il dipendente potrebbe essere (cosa non affatto rara) obbligato a consumare il proprio pasto in cucina, restando ugualmente a disposizione dell’utenza, pur vedendosi decurtati i 30 minuti. Come ormai noto, gli infermieri sono già sottoposti ad una miriade di disagi al fine di consentire una adeguata assistenza, perdere anche il diritto alla pausa pranzo ed al recupero psicofisico ci sembra eccessivo. Spesso anche beffati dal fatto che nonostante tale diritto non venga garantito, poiché costretti a non poter lasciare il servizio nelle ore di apertura della mensa, vengano comunque decurtati dall’orario di lavoro i 30 minuti previsti”.

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