21/05/2016
Economia
Sparone: i dipendenti dell’ex Ims approvano l’ipotesi di accordo tra sindacati e la Mtd
Sparone Canavese
/Quasi il 90 per cento dei 221 dipendenti dell’ex Ims di Sparone hanno approvato l’ipotesi di accordo stipulata il 16 maggio tra i vertici della società Mtd che fa parte del Gruppo romano Tiberina e i vertici della Fiom-Cgil, della Fim-Cisl e delle Rsu. L’adesione al referendum è stata quasi totale, nonostante l’applicazione dell’accordo che sarà sottoscritto nel più breve tempo possibile, comporti per i lavoratori non poche rinunce e sacrifici. I sindacati si sono dichiarati soddisfatti. Ma c’è da dire che non vi fossero alternative soddisfacenti: se l’ipotesi di accordo fosse stata respinta, l’acquisizione dei rami d’azienda dell’ex Ims da parte della Mtd, avrebbe comportato l’avvio della procedura di mobilità, riservata agli esuberi, per quasi la metà delle maestranze.
Una prospettiva non certo confortante, dato che chi avrebbe continuato a lavorare, lo avrebbe fatto alle condizioni salariali minime contrattuali. Una situazione che avrebbe provocato una ricaduta negativa su un territorio, già messo in ginocchio dalla crisi economica che ha fatto chiudere a cancelli a molte aziende blasonate attive nell’Alto Canavese. Al referendum hanno partecipato 208 dipendenti su 221 aventi diritto: di questi 186 (pari all’86%) hanno votato a favore dell’accordo sindacale, 27 si sono espressi negativamente e 9 si sono astenuti.
L’esito positivo del referendum assume per il sindacato un preciso e inequivocabile segnale positivo nei riguardi dell’attività di tutela dell’occupazione e dell’attività produttiva. Per Fabrizio Bellino funzionario territoriale della Fiom-Cgil, sottolinea come l’approvazione del referendum costituisca una grande prova di responsabilità e di fermezza in una fase difficile “che evidenzia la grande maturazione dei lavoratori e la determinazione del sindacato in una fase nella quale il rilancio dell’azienda richiede un prezzo da pagare dovute a responsabilità non loro”. Da adesso in poi inizierà la fase di riorganizzazione strutturale dell’azienda che richiederà la concessione di almeno 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per evadere i volumi insaturi prodotti e non ancora venduti.
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