24/11/2022

Politica

Morì annegato nel sottopasso, Bertot: “Per noi il sindaco condannato è politicamente responsabile”

Rivarolo Canavese

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I consiglieri di opposizione della lista “Riparolium” Fabrizio Bertot e Aldo Raimondo hanno espresso, nel corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo nella mattinata di lunedì 21 novembre, il loro punto di vista sulla sentenza di condanna a 12 mesi di reclusione che riguarda il sindaco Alberto Rostagno, due assessori e due impiegati comunali per la morte di Guido Zabena, 51 anni, di Favria, annegato mentre stava attraversando, la sera del 2 luglio 2018, il sottopasso ferroviario tra Rivarolo e Feletto, durante un violento temporale.

Bertot e Raimondo hanno precisato che sono in attesa di leggere le motivazioni della sentenza che saranno depositate tra tre mesi ma sono propensi a credere che in quella tragica vicenda ci sia alla base, la responsabilità politica. “Quando saranno depositate le motivazioni della sentenza pronunciata dal giudice – è stato detto -, in quel caso saremo in grado di capire se si deve parlare di responsabilità oggettiva piuttosto che di responsabilità soggettiva legata ai capi di imputazione quali, ed esempio, la negligenza, la distrazione, la superficialità o l’omissione”.

In sostanza, hanno sottolineato Fabrizio Bertot e Aldo Raimondo, che non hanno nulla da eccepire sulla responsabilità oggettiva in capo ai sindaci la cui norma andrebbe modificata, a loro giudizio non si può negare la responsabilità politica del sindaco Alberto Rostagno, che è rafforzata dalla sentenza. E per quanto concerne la manifestazione di solidarietà che ha avuto luogo nei giorni scorsi sotto le finestre del Comune e durante la quale una settantina di sindaci hanno manifestato la loro solidarietà al primo cittadino di Rivarolo Canavese, “Riparolium” ha preso le distanze da quella che i due consiglieri di minoranza hanno definito “un rave party dei sindaci” sul tema della responsabilità oggettiva degli amministratori. Tra l’altro, non conoscendo le motivazioni della sentenza, hanno ribadito Bertot e Raimondo, non potevano appoggiare il caso Rostagno perché avrebbe potuto essere, a loro giudizio, controproducente.

“Dal materiale probatorio – ha detto Bertot – dubito che la condanna derivi da una responsabilità oggettiva. Se le motivazioni della sentenza includessero parole come ‘negligenza’, ‘inadempienza’ o parole simili si tratterebbe di responsabilità soggettiva. Non dimentichiamo che nel passato erano state effettuate numerose segnalazioni riguardanti i ripetuti allagamenti del sottopasso durante piogge abbondanti, sono stati pubblicati articoli di giornale e immagini fotografiche eppure nulla è stato fatto, neanche una comunicazione per far posizionare una transenna all’ingresso del sottopasso. E non dimentichiamo che il sindaco, e solo lui, è il responsabile della sicurezza dei cittadini”.

E non è tutto: il consigliere comunale Fabrizio Bertot ha sottolineato come nel primo mandato, il sindaco Alberto Rostagno avesse rinunciato all’indennità, e come, nel corso di quello attuale, non solo la percepisce, ma l’ha aumentata e ritira anche la quota di Tfr.

“Gli avevamo chiesto il motivo e aveva detto che era per pagare gli avvocati – ha detto Fabrizio Bertot -. Ecco, l’indennità è un’indennità di funzione e visto che le cose non funzionano, se proprio vuole restare al suo posto perché è attaccato, gli chiedo ufficialmente di rinunciare all’indennità.”

Duro e senza appello il commento del consigliere Aldo Raimondo che chiede al sindaco Rostagno “di fare un esame di coscienza e di fare un passo indietro. I cittadini non si sentono più sicuri. Chiariamo che non chiediamo le sue dimissioni, perché non abbiamo ancora letto le motivazioni della sentenza e non porteremo la vicenda in Consiglio comunale. Di questi tempi, abbiamo altre cose di cui parlare. Quando si conosceranno le motivazioni della sentenza potremmo anche chiedere le dimissioni del sindaco”.

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