23/10/2019

Economia

La crisi dell’Olisistem Start approda a Roma. A rischio è il lavoro di numerosi canavesani

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La crisi che da tempo tormenta l’Olisistem di Settimo Torinese è approdata sul tavolo del Ministero del Lavoro a Roma. A chiedere un incontro urgente al Mise erano state le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazioni e le Segreterie di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. Scopo dell’incontro? Quello di fare il punto sulla situazione aziendale con una particolare attenzione al mantenimento degli attuali livelli occupazionali. Il prossimo passo sarà quello di convocare i vertici dell’azienda nella quale lavorano decine di canavesani.

La Olisistem Start è una realtà leader nel mercato italiano dell’Information & Communication Technology. In una nota congiunta i segretari delle organizzazioni sindacali interessate non fanno mistero di nutrire, su questa crisi, forti preoccupazione: “Abbiamo espresso tutta la nostra preoccupazione per la tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti chiedendo un forte intervento sulle committenze, sia pubbliche che private, per sensibilizzarle al fine di garantire la continuità occupazionale per circa 1.900 dipendenti diretti più ulteriori 500 con contratto di natura somministrata o collaborazione coordinata”.

Se a Settimo lavorano 400 dipendenti, nelle sedi di Milano, Roma, Napoli, Bari e l’Aquila sono impiegate altre duemila persone. “Una vertenza – affermano i sindacati – che, se non si interverrà con velocità e risolutezza, rischia di assumere caratteri drammatici soprattutto per i temi occupazionali”.

Se dal canto loro i ministeri interessati hanno contratto l’impegno a convocare nel minor tempo possibile i vertici di Olisistem Start, per conoscere le intenzioni del management, le organizzazioni sindacali hanno confermato lo stato di agitazione dichiarato nei giorni scorsi.

Dopo lo sciopero del comparto metalmeccanico saranno fissare le modalità dell’astensione dal lavoro anche dei dipendenti del settore comunicazioni. Lo stato d’agitazione prevede l’istituzione di presidi territoriali nelle città in cui è presente il gruppo industriale.

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