29/09/2015

Politica

Eporediese: nel paese dei campanilismi si progetta un nuovo Super-Comune

Ivrea

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Riunire in un unico super comune i 58 centri abitati dell’Eporediese. A lanciare la proposta l’inedita proposta è l’Ami (L’Anfiteatro morenico di Ivrea). L’obiettivo? Dare vita a una maxi fusione che contenta la creazione di un’unica grande municipalità con l’intento di unire le forze e, soprattutto, di effettuare maxi economie di scala dal punto di vista finanziario sull’esempio di quanto hanno già fatto nel recente passato la Lombardia, la Toscana, L’Emilia Romagna, le Marche e il Veneto. Un solo consiglio eletto dai cittadini, una sola giunta e un solo sindaco.

Il tema è stato sviluppato sabato scorso nell’ambito del convegno denominato “Amiunacittà” che ha avuto luogo nella sala consigliare del Comune di Ivrea nel contesto del convegno organizzato dal Comitato promotore per lo sviluppo dell’Anfiteatro di Ivrea.

Sede del “Super-Comune” che potrebbe contare su un bacino di utenza di circa 100mila abitanti sarebbe Ivrea, la città dell’informatica e dei call center. Centomila abitanti. Tanti quanti ne conta un popoloso quartiere di Torino. Eppure l’idea, che di per sé non sarebbe impensabile, ovviamente incontra le resistenze di molto sindaci che temono di rinunciare alla loro autonomia. D’altro canto non bisogna dimenticare che il Canavese è una terra caratterizzata da una forte spinta campanilistica.

Lo ha dimostrato nel passato, quando si parlava di progettare e realizzare l’ospedale unico del Canavese nella zona di san Bernardo d’Ivrea e dismettere la struttura sanitaria eporediese che presenta notevoli problematiche dal punto di vista strutturale e logistico. Eppure quando era possibile costruire il grande polo ospedalieri, furono proprio i sindaci ad opporsi per timore di perdere i presidi presenti sul territorio.

E in questo caso, la storia si ripete. E pensare che la fusione tra comuni consentirebbe di avviare sinergie tre i servizi più importanti e onerosi per la collettività e potrebbe consentire agli enti locali di sottrarsi al cappio del famigerato patto di stabilità. Se il progetto avesse buone probabilità di riuscita, sarebbe il più importante esperimento mai compiuto in Piemonte in tema di accorpamenti. Il presidente dell’Anci (l’associazione che rappresenta e riunisce gli 8mila comuni italiani) Piero Fassino, sindaco di Torino e della Città Metropolitana, presente sabato a Ivrea, ha mostrato cautela. Intanto occorrerebbe ci fosse il consenso dei 58 sindaci interessati e, in subordine, la fusione (se ci sarà) dovrebbe dimostrare l’effettiva convenienza dell’operazione e poi procedere per gradi. In ogni caso, se il progetto divesse prendere corpo Fassino ha assicurato il sostegno della Città Metropolitana. Un referendum tra la popolazione potrebbe essere uno strumento efficace per testare il gradimento della proposta. A costituire l’ossatura della grande città eporediese dovrebbe essere a giudizio di Carlo Della Pepa, sindaco di Ivrea, il mondo imprenditoriale. Un’alternativa possibile potrebbe essere quella di accorpare i comuni più vicini a Ivrea e poi per gradi procedere con quelli più periferici. L’idea è sicuramente rivoluzionaria, la messa in pratica, invece, un po’ più utopistica.

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