11/09/2015
Politica
Rivarolo, la piazza di frazione Obiano porterà il nome di Vittorio Gallo Pecca
Rivarolo Canavese
/La piazza della frazione Obiano di Rivarolo Canavese, ancora senza nome, porterà il nome del geometra ed ex assessore Vittorio Gallo Pecca scomparso nel 1986. Giovedì 10 settembre la giunta municipale ha approvato la delibera per l’intitolazione. Un provvedimento che giunge a quasi trent’anni di distanza dalla scomparsa dell’ex amministratore. Spiega il sindaco Alberto Rostagno: “La città vuole ricordare un uomo che ha partecipato per molti anni alla vita politica cittadina, dedicando tempo, risorse, intelligenza e amore alla sua città e ai suoi abitanti. Un esempio per tutti”.
Perchè proprio la piazza di Obiano? Per un semplice motivo: fu proprio Vittorio Gallo Pecca a volere che fosse realizzata durante il suo mandato amministrativo. Adesso la delibera di giunta dovrà essere inviata al Prefetto di Torino. Tempi burocratici permettendo, tra qualche mese dovrebbe avere luogo, non appena il rappresentante di governo rilascerà il nullaosta, l’intitolazione ufficiale.
Geometra libero professionista, Vittorio Gallo Pecca, iniziò la sua attività politica e amministrativa nel lontano 1970 militando tra le fila dell’allora Democrazia Cristiana. Per quindici anni fu tra i protagonisti della scena politica rivarolese: dal 1980 al 1985 rivestì la carica di assessore ai Lavori Pubblici e successivamente gli fu affidata la delega all’Urbanistica. Una delega che gli consentì di contribuire il larga misura alla stesura del Piano Regolatore comunale. A lui va ascritto il merito di aver portato a compimento la piazza polifunzionale di Rivarolo, il rifacimento dell’illuminazione pubblica nel centro cittadino, la sistemazione ed il restauro di piazza Litisetto e la realizzazione della piazza della frazione Obiano.
Il gometra Vittorio Gallo Pecca non è soltanto ricordato per quanto ha fatto per migliorare l’aspetto e la qualità della vita a Rivarolo, ma sopratutto per la schiettezza e la rettitudine: doti che caratterizzavano l’impegno di chi credeva nell’importanza insostituibile delle idee, anche in politica. Aveva una grande forza morale, il senso del dovere fuso e assorbito nella calda umanità di un uomo che sentiva profondamente gli affetti, che aveva il culto della famiglia, che sapeva apprezzare il gusto delle piccole cose con grande umanità.
Mentre ricopriva la carica di assessore all’urbanistica, l’11 febbraio 1986, colpito da un ictus cerebrale, si spense presso l’ospedale di Ivrea poco dopo le 9 di mattina. Aveva 56 anni e lasciava la moglie e quattro figli.
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