
Covid-19, il sindacato Nursind: “Adesso si punti sul ruolo dell’infermiere territoriale”

Investire nella figura infermieristica sul territorio e nell’assistenza domiciliare è fondamentale nella fase due, ma anche oltre. Non ha dubbi il NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche che punta sulla centralità dell’operato degli infermieri nella rete assistenziale territoriale.
“L’emergenza coronavirus ha messo in evidenza questa grave lacuna pagandone le conseguenze. È da sempre che diciamo che sono cambiati i bisogni di cura e di assistenza. L’incremento della popolazione anziana, le patologie croniche, non solo hanno incrementato i bisogni, ma li hanno modificati – spiegano al NurSind Piemonte -. Una rete territoriale tutta da riorganizzare, in grado di orientare e monitorizzare i percorsi di cura, attraverso la valorizzazione delle competenze degli infermieri in sinergia con i medici di medicina generale. Non sono più rinviabili alcuni provvedimenti come l’istituzione dell’infermiere di famiglia o di comunità, gli ambulatori infermieristici territoriali e il potenziamento dell’assistenza domiciliare”.
A giudizio del sindacato, del quale è segretario regionale Francesco Coppolella, la drastica riduzione dei posti letto in Piemonte, regione penultima in Italia per il rapporto tra abitanti e posti letto, senza un’adeguata risposta sul territorio e a domicilio avrebbe aggravato notevolmente le condizioni delle cosiddette fragilità che l’emergenza ha messo a nudo.
“Ora se il Piemonte per la fase due ma anche per il futuro, vuole fare un cambio di rotta è anche su questo che deve puntare, iniziando ad inserire gli infermieri nelle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale)”.