03/01/2019
Cronaca
Autostrade, parte dalle montagne la rivolta contro il caro-pedaggio. L’Uncem: “Aumenti inaccettabili”
Quincinetto
/Parte dalle montagne la ribellione contro il rincaro dei pedaggi. L’autostrada Torino-Aosta, nella tratta Aosta-traforo del Monte Bianco si è confermata come la più cara d’Italia. In Canavese, l’Ativa non ha applicato nessun aumento. Ma all”Uncem (l’Associazione nazionale dei comuni ed enti montani) la decisione assunta dal ministero ai Trasporti Toninelli non è affatto piaciuta, tanto che l’Associazione ha richiesto ai prefetti di Torino e Cuneo un incontro con i sindaci nel quale presentare le preoccupazioni per gli aumenti dei pedaggi autostradali in particolare sulla Torino-Savona e sulla Torino-Bardonecchia.
L’Uncem auspica possano svolgersi all’inizio della prossima settimana e che siano l’occasione per fare il punto sullo stato delle infrastrutture, della mobilità, delle opportunità per il nord-ovest. Autostrade, rete ferroviaria (con l’eliminazione dei treni per Bologna da Torino via Asti e via Alessandria, che di fatto isolano l’Appennino), Tenda bis e Asti-Cuneo da completare, sicurezza al Col di Tenda sono alcuni dei fronti aperti. Ma anche trasporti con auto elettriche, car sharing e car pooling, nuove opportunità alle quali i territori stanno lavorando.
Uncem inviterà all’incontro con i prefetti i sindaci dei territori. Ma l’Unione dei Comuni e degli Enti montani si dichiara nettamente contraria alla contrapposizione politica. I complessi temi sono da affrontare con una forte coesione istituzionale. Senza divisioni ed eccessive polemiche. Uncem ha rappresentato la complessità di situazioni come fa da anni, mostrando che i territori non possono rimanere isolati, oltre che esclusi dalle scelte e dalle ricadute per le comunità.
“È inaccettabile – affermano Riba e Bussone – Tutti gli anni denunciamo questo scandalo. Tutti gli anni chiediamo che a fronte degli aumenti vi siano investimenti e soprattutto benefici per i territori. Le autostrade piemontesi, come in pochi altri pezzi di Paese, sono autostrade di connessione con l’Europa. Attraversano Alpi e Appennini, verso la Francia e la Svizzera. Uniscono il Paese all’UE. Eppure nessuno considera che quei tratti alpini e appenninici sono fondamentali per l’Italia. Ai territori però torna niente. Neanche quale misero euro per un po’ di porfido o di asfalto per mettere in sicurezza la rete secondaria”.
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