Nel 2020 in Piemonte più donazioni e trapianti di organi nonostante la pandemia di Coronavirus

30/01/2021

In controtendenza nazionale e internazionale e nonostante la pandemia, che ha sottratto molte risorse alla sanità, nel 2020 il Piemonte ha visto crescere le donazioni e i trapianti di organi: i donatori sono stati 147 e gli organi trapiantati 460, di cui 443 con intervento eseguito nella Città della Salute di Torino.
“Un risultato – ha commentato il presidente della Regione Alberto Cirio – che pone la sanità piemontese al primo livello sul fronte dei trapianti e ci ricorda che non c’è solo il Covid, che a volte fa dimenticare quanto la scienza medica e gli ospedali piemontesi fanno ogni giorno. Abbiamo la fortuna di avere professionisti di grande valore, da tenere e gratificare. Assicuro che continueremo a garantire l’eccellenza della nostra sanità”.

“In una situazione di grande emergenza, il Sistema sanitario regionale ha dato prova di capacità e generosità davvero straordinarie, non solo per arginare l’infezione da Coronavirus, ma anche per affrontare tutte le altre emergenze quotidiane, a cominciare dai trapianti – ha aggiunto l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – Un grazie va all’impegno di tutto il personale, non solo di chi esegue i trapianti ma soprattutto della Rete delle terapie intensive, che sono riuscite a segnalare i potenziali donatori di organo consentendo la continuazione dell’attività di trapianto”.
Alla presentazione sono intervenuti anche il direttore del Centro regionale Trapianti, Antonio Amoroso, il coordinatore regionale Donazioni e Prelievi di Organi e Tessuti, Anna Guermani, ed il direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino, Giovanni La Valle.

Donazioni in aumento

Nel 2020 i donatori sono stati 147 (32,8 per milione di popolazione – pmp), il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e in aumento del 7,3% rispetto al 2019, quando erano stati 137 (30.4 pmp). Questo risultato è in controtendenza rispetto all’Italia, che pur contenendo il calo delle donazioni meglio degli altri Paesi europei è passata da 22.8 donatori pmp del 2019 a 20.5 pmp del 2020. Nel 2020 sono cresciuti i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo: sono tre le aziende (Città di Torino, Città della Salute e della Scienza di Torino, SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria) capaci di gestire questa forma di donazione molto complessa per tecnica e organizzazione, che permette di aumentare il numero degli organi disponibili per i trapianti. I donatori sono passati da 4 nel 2019 a 16 nel 2020. Le opposizioni alla donazione si sono mantenute al di sotto della media nazionale, attestandosi al 26,5%, secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni.

Trapianti in aumento

Sono stati trapiantati 460 organi: 247 reni, 158 fegati, 26 cuori, 22 polmoni e 7 pancreas, alcune volte assieme, per un totale di 443 interventi rispetto ai 419 eseguiti nel 2019 (+6%). 47 trapianti (e solo di rene) sono stati effettuati a Novara, gli altri 396 nella Città della Salute e della Scienza di Torino (388 alle Molinette e 8 all’Ospedale Pediatrico), che si conferma al vertice di questa attività in Italia ed è stato anche l’ospedale italiano che nel 2020 ha eseguito il maggior numero di trapianti di fegato (158) e di rene (200, valore mai raggiunto da un singolo ospedale in Italia). Lo scorso anno alle Molinette è stata superata la soglia dei 9.000 organi trapiantati.
Anche nel 2020 la Città della Salute si è distinta per il trapianto simultaneo di più organi nello stesso ricevente (i cosiddetti trapianti “combinati”). Non c’è ospedale in Italia che possa proporli in maniera così estesa. Nell’anno sono stati eseguiti alle Molinette 8 trapianti combinati di rene e fegato, 4 di rene e pancreas, 1 di rene e polmoni, e addirittura due trapianti di fegato-polmoni-pancreas.

Trapianti da donatori positivi per Covid in riceventi anch’essi positivi

Il Piemonte è stato in Italia la regione guida per l’utilizzo di donatori positivi per il Coronavirus a favore di pazienti con positività pregressa o in atto per lo stesso virus. Sono stati così effettuati 5 trapianti di fegato a Torino. Questa opzione, prevista da una apposita procedura dal Centro Nazionale Trapianti, ha reso evidente l’alta professionalità della nostra rete nel rendere possibile la donazione, il prelievo degli organi, il trapianto e la gestione di questi malati così particolari.

Trapianti da donatore vivente

La donazione da vivente, non rivestendo caratteristiche di urgenza, ha risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia nei momenti di maggiore diffusione. Nel 2020 i trapianti di rene da donatore vivente sono calati in tutt’Italia, in Piemonte sono stati 35, e di questi 25 alle Molinette (9% in più rispetto al 2019 e unico centro in Italia a incrementare questa attività). Uno di questi trapianti è avvenuto, per la prima volta in Piemonte, nell’ambito di una catena di donazioni da vivente innescata da un donatore deceduto proveniente dal Piemonte (programma nazionale DEC-K). Quasi 2.000 piemontesi, giovanissimi, si sono poi messi a disposizione nel 2020 per donare le loro cellule staminali emopoietiche o CSE (midollo osseo). Oggi in Piemonte sono più di 56.000.
Il tasso di successo

La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto: se si considerano solo quelli eseguiti dal 2010 in poi, a 5 anni sono vivi il 94% dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di rene. Nel caso degli altri organi, senza i quali gran parte dei pazienti non potrebbe sopravvivere (per questo chiamati anche “salvavita”), il 90% di coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato sono in vita a 5 anni dall’intervento, come lo è circa il 75% dei trapiantati di cuore e la metà circa di chi ha ricevuto un trapianto di polmoni. Indici in continuo miglioramento ed in gran parte sopra le medie europee. L’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione delle equipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle diverse fasi, dall’immissione in lista al follow-up del trapianto. Fondamentali per la riuscita dei trapianti sono inoltre le donazioni di sangue.

Piemonte guida in Italia, anche per l’impegno organizzativo e scientifico

Il Piemonte si è distinto non solo per i volumi di attività dei trapianti, ma anche in relazione ad altri aspetti. Ha contribuito a realizzare protocolli e linee guida nazionali, come nuovi programmi di allocazione degli organi o il registro della malattia renale cronica. Si pone come riferimento per la diagnosi di malattie genetiche suscettibili di trapianto. Infine, ha contribuito in maniera rilevante alle conoscenze scientifiche proprio in relazione all’impatto che Covid-19 ha avuto nei trapianti: sono alcune decine gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali dalla rete trapiantologica piemontese.

Trapianti non ancora in numero sufficiente per rispondere alle necessità

Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2020 c’erano 721 candidati in attesa di trapianto di rene, 101 di fegato, 74 di cuore, 75 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti, soprattutto in un periodo così difficile.

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