Ivrea: il ruolo del Podestà nella storia e nel Carnevale in un volume di Franco G. Ferrero e Franco Quaccia

28/01/2019

Sabato 16 febbraio alle ore 17 presso la Sala Dorata del Comune di Ivrea verrà presentato il libro “Il Podestà nella storia e nel Carnevale di Ivrea” di Franco G. Ferrero e Franco Quaccia. La pubblicazione, edita dall’associazione Genius Loci di Castellamonte e fortemente voluta da tutti coloro che hanno vestito negli ultimi 23 anni i panni di Podestà nel Carnevale eporediese, è stata sostenuta anche dal Consiglio Comunale della Città di Ivrea, dalla Fondazione Storico Carnevale di Ivrea e dall’Ordine della Mugnaia. Il volume si apre, dopo le introduzioni istituzionali, con una premessa di Giuseppe Sergi, professore emerito del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, per poi esordire con l’analisi degli autori sul ruolo centrale che ebbe il Podestà nella storia del Comune di Ivrea, ricordandone anche i numerosissimi obblighi, rigorosamente dettagliati nel suo Giuramento di insediamento.

Il libro ripercorre poi, attraverso i documenti storici, l’evoluzione che ebbe il rito della Preda in Dora, trasformatasi progressivamente da importante momento istituzionale ad evento rievocativo nell’ambito del Carnevale. Si documentano e si motivano le origini storiche di questa cerimonia di insediamento, che fu praticata con continuità dal Trecento al Settecento nel Comune eporediese da podestà, giudici e sindaci, e che era fondata sull’esasperazione e sulla strumentalizzazione a fini politici degli eventi storici e dei conflitti che videro protagonisti il comune di Ivrea, contro i Biandrate prima e i Monferrato poi, e si è trasformata infine nell’orgogliosa rivendicazione della libertà del Comune nei confronti di qualsiasi tiranno.

Un rito ripetutosi nei secoli immutato, che si ripete ancora oggi, praticamente identico, dopo essere stato assorbito dal Carnevale tra Sette e Ottocento. Attraverso testimonianze e documenti il libro racconta poi l’ingresso del Podestà nel Carnevale di Ivrea nel 1934 e lo sviluppo e l’evoluzione che ebbe il costume e il cerimoniale che lo riguarda, che si è decisamente ampliato nel tempo, con il contributo dei vari podestà che si sono succeduti sino ad oggi.

Numerose le curiosità che emergono dalle ricerche svolte dagli autori della pubblicazione: Chi penserebbe ad una Preda in Dora fatta anticamente di sera dopo l’abbruciamento dello Scarlo? Oppure al fatto che la Preda in Dora si sia tenuta, almeno sino agli anni ’60 del Novecento, al lunedì pomeriggio? Chi ricorda che la presenza del Podestà il giorno dell’Epifania con il Rito della benedizione dei Ceri si è introdotta solamente alla fine degli anni ’80 del secolo scorso? Oppure che origine ha il rito del Pane e del Sale?

La seconda parte del libro ripercorre la presenza del Podestà nel Carnevale di Ivrea, attraverso numerose immagini fotografiche, note biografiche e testimonianze di coloro che hanno rivestito dal 1934 ad oggi il ruolo di “Magnifico” Podestà del Libero Comune di Ivrea (Angelo Pietra, Federico Perinetti, Domenico Forchino, Giuseppe Mondino, Bruno Perucca, Paolo Ghiggio, Costantino Garda, Franco G. Ferrero, Fernando Benvenuti, Adriano Chini Filipetto, Vincenzo Di Benedetto, Andrea Peretti, Renato Giovannini, Dario Regalio, Alessandro Viglia Atton, René Enriello, Paolo Cafasso, Moreno Lacchio). Si sono ritrovati, grazie alla disponibilità delle famiglie di Podestà scomparsi, anche interessanti documenti fotografici che testimoniano anni nei quali il Podestà ha partecipato al Carnevale, ma la sua partecipazione non era stata registrata dai Verbali.

Il Podestà ha senza dubbio, nel Cerimoniale del Carnevale di oggi, un ruolo di secondo piano rispetto agli altri amatissimi personaggi del Carnevale di Ivrea, e in particolare rispetto alla Mugnaia e al Generale, che furono introdotti nella festa eporediese a inizio e metà Ottocento, grazie alla fervida fantasia degli organizzatori, che inventarono la storia del terribile feudatario medievale che vessava la popolazione con lo ius primae noctis (altra invenzione ottocentesca) e l’eroina che uccideva il tiranno e si metteva alla guida della rivolta popolare.

La pubblicazione ha quindi l’ambizione di “storicizzare” la presenza del Podestà, ricordando come l’evento che si ripete ogni anno “in disprezzo del Marchese di Monferrato” gettando nella Dora un sasso proveniente dal Castellazzo, cavato con il martello d’arme quattrocentesco, sia un vero e proprio rito civico di libertà che si è ripetuto immutato per secoli, e come il Podestà rievochi fedelmente ancora oggi nel Carnevale un momento autentico della storia cittadina.

Per informazioni: 347.8887826 francog.ferrero@gmail.com

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