
Settimo: famiglie volontarie accolgono i pazienti psichiatrici. Nasce la cultura dell’accoglienza

Ha accolto in seno alla propria famiglia una persona affetta da disturbi psichici nel contesto del progetto denominato “Famiglie accoglienti Iesa, una nuova cultura dell’accoglienza”. È stata un’esperienza che mi ha insegnato moltissimo e che non dimenticherò mai” afferma una delle donne che ha aderito al progetto messo in campo dell’Asl T04 da Settimo a Ivrea e che sta proseguendo il suo cammino con risultati più che positivi. “Il progetto si basa – spiegano all’Associazione PsicoPoint che collabora con l’Asl T04 – nell’accoglienza fornita da una famiglia abilitata ad una persona che soffre di disturbi psichici”. Lo staff Iesa è costituito dal responsabile del servizio dottor Diego Mechi, dalla coordinatrice Laura Cervini, da Francesca Parlacino, Alice Carini e Fabrizio Santarella. Spiega Francesca Parlacino: “Il progetto prevede un percorso di conoscenza tra operatori, famiglie e pazienti, in cui sono verificate le condizioni indispensabili per accogliere l’ospite. La famiglia riceverà informazioni, supporto e un contributo economico adeguato”.
In sostanza gli ospiti che soffrono di disturbi psichici sono seguiti assiduamente dai medici e infermieri del Servizio di Salute Mentale e l’inserimento in un ambiente famigliare può avere significative ripercussioni sul personale percorso terapeutico e riabilitativo.
L’inserimento avviene tramite operatori qualificati che forniscono sostegno e supporto a famiglia e paziente per tutta la durata del programma. L’indennizzo alla famiglia è di circa mille euro al mese, sotto forma di rimborso spese. Il progetto sta andando avanti da alcuni anni con risultati veramente importanti: è sorprendente, infatti, il miglioramento delle condizioni del paziente, ma anche le soddisfazioni e l’arricchimento umano per coloro che accolgono un nuovo elemento nella propria famiglia.
“Fabio ormai da tempo vive insieme a noi ed è diventato parte della famiglia – racconta un ragazzo di Settimo Torinese -. Con il tempo ha voluto anche dare il suo contributo. Un esempio su tutti: ci dà una mano con i prodotti dell’orto che poi vendiamo al mercato. Questo lo ha fatto diventare responsabile e crescere molto. E noi siamo cresciuti con lui”.
“Con il nostro ospite ho percorso un pezzo di strada che non dimenticherò mai – aggiunge una donna canavesana che ha partecipato al progetto -. Ora vorrei avere una seconda esistenza per mettere in pratica le cose che ho imparato da questa esperienza: sicuramente mi comporterei in modo migliore”.
“I benefici che noi vediamo nel paziente – interviene il dottor Menchi – “sono molteplici: dalla riduzione dell’ansia, al minor utilizzo di farmaci, alla riacquisizione di abilità perdute”.
Lo staff medico dell’Asl T04 è attualmente alla ricerca di nuove famiglie che aderiscano al progetto e accolgano gli ospiti, sulla base di una certezza ormai consolidata nel tempo, ovvero che gli inserimenti in famiglia migliorano le condizioni dell’ospite, della famiglia e della comunità tutta, contribuendo a combattere i pregiudizi e i falsi miti sulla malattia mentale.
Per ulteriori informazioni: Servizio Iesa, numero di telefono: 335-8766809. Indirizzo e-mail: servizioiesa@gmail.com