30/11/2021

Lavoro

La Regione stanzia 39 milioni per la formazione. L’assessore Chiorino: “Investiamo sulle persone”

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“Oggi la formazione professionale deve rispondere alla chiamata occupazionale delle nostre aziende: in Piemonte siamo orgogliosi di aver avviato una vera e propria rivoluzione della formazione professionale con un imponente investimento di 38 milioni di euro. Mai come ora è indispensabile investire sulle persone, sui lavoratori soprattutto cambiando la visione della formazione continua a supporto delle imprese”. Così l’assessore al Lavoro, Istruzione e Formazione Professionale del Piemonte Elena Chiorino spiega le novità sul fronte della formazione professionale attraverso un nuovo modello innovativo e sperimentale la Regione sta avviando. Un sistema orientato esclusivamente al risultato e finalizzato ad intercettare i fabbisogni formativi dei disoccupati e delle persone più fragili, per costruire percorsi strutturati e finalizzati all’ingresso, o reinserimento, sul mercato del lavoro.

“Tra gli obiettivi principali – spiega l’assessore – vi è quello di ‘premiare’ le agenzie che, entro i 12 mesi dalla fine dei corsi, avranno permesso a più persone di trovare lavoro: il dato occupazionale sarà la nostra bussola per definire chi ha avrà centrato meglio l’obiettivo”. Oggi la Regione Piemonte è pronta ad avviare le attività legate alla nuova “Direttiva regionale Formazione per il lavoro”, vista l’approvazione delle graduatorie dei cosiddetti “Macroambiti 1 e 2”, dotandosi di un impianto fortemente rinnovato, più snello e flessibile rispetto al passato, per migliorare la qualità dei percorsi e di offrire un sistema più performante.

I NUMERI E L’ORGANIZZAZIONE DEI CORSI

Sono 97 gli operatori accreditati, di cui 17 nuovi ingressi per diverse tipologie di percorsi: saranno strutturati corsi di formazione plasmati sulle esigenze delle persone e sui reali fabbisogni delle imprese, in stretta connessione con i territori di riferimento. La nuova offerta formativa sarà disponibile in modo capillare su tutto il territorio piemontese, attraverso oltre 170 sedi in cui saranno organizzati corsi rivolti a disoccupati e 77 sedi per i corsi destinati ai soggetti più vulnerabili. 5.000 sono i potenziali beneficiari della misura: potranno accedervi giovani maggiori di 18 anni e adulti disoccupati, attraverso percorsi di specializzazione post qualifica, post diploma e post-laurea, percorsi mirati ad una qualifica, a una specializzazione, a una abilitazione o patente di mestiere, o ancora percorsi di qualifica per persone con licenza di scuola secondaria di primo grado.
I corsi saranno rivolti anche ai lavoratori dipendenti di aziende posti in CIGS e a rischio di perdita del posto di lavoro per situazioni di crisi, che necessitano di azioni di rinforzo delle competenze o riqualificazione. Una misura specifica è destinata alle persone con disabilità (e ai detenuti minorile adulti) per la realizzazione di progetti di inclusione socio lavorativa.

LE NOVITA’ DELLA MISURA

Aspetto di forte novità è l’attenzione al risultato occupazionale in esito ai percorsi: la Regione ha introdotto, per la prima volta in questo ambito, la valutazione delle performance degli operatori, attraverso un sistema di rating sulla base dei risultati ottenuti, commisurati alle caratteristiche degli allievi, in termini di successo formativo e di inserimento al lavoro. La capacità di individuazione dei fabbisogni determinerà anche le tempistiche di avvio dei corsi: se ne potranno autorizzare con una “finestra sempre aperta” nel corso dell’anno formativo, e non più in un’unica soluzione come in passato, proprio per lasciare l’opportunità alle agenzie di avviare nuove attività nel momento in cui si manifesta un’esigenza formativa precisa. I corsi potranno essere brevi con un minimo di 80 ore, o più strutturati fino ad un massimo di 2.400 ore e faranno principalmente riferimento ai settori professionali della meccanica, ristorazione, ict, manifattura ed artigianato, edilizia, logistica, turistico alberghiero. In allegato, l’elenco degli operatori autorizzati e delle sedi, rispettivamente per il Macroambito 1 (disoccupati e occupati) e Macroambito 2 (soggetti fragili).

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