12/11/2020
Politica
È polemica sull’ex ospedale di Castellamonte. Il sindaco Mazza: “La Lega vuole demolirlo?”
La polemica politica sulla riutilizzazione dell’ex ospedale di Castellamonte nel momento in cui la seconda ondata dell’epidemia si è abbattuta anche sul Canavese, s’infiamma. Il Pd, per bocca del consigliere regionale Alberto Avetta richiede alla Regione di riaprire l’ex nosocomio per ospitare i malati Covid ma la Lega canavesana evidenzia come si tratti di una strumentalizzazione politica perché si sa bene che la struttura non è più a norma. Pasquale Mazza, sindaco di Castellamonte, impegnato in prima linea nella riapertura dell’ex struttura ospedaliera affida a una nota le sue riflessioni e le sue perplessità causate dalle affermazioni degli esponenti politici del Carroccio.
“Sono un sindaco di provincia che sta portando all’attenzione di tutti un problema, che potrebbe diventare un’opportunità. I consiglieri regionali ed i deputati dovrebbero essere in ascolto, proporre soluzioni, invece sento parlare solo di denunce alla Cina e dichiarazioni polemiche verso i cittadini del territorio che io rappresento. Il Canavese e tutti i suoi abitanti pensano che l’ospedale di Castellamonte, dovrebbe essere recuperato. Si può discutere di riutilizzarlo? Dobbiamo forse pensare che verrà demolito? In questi giorni di emergenza ospedaliera, la situazione del nostro ospedale, in larga parte inutilizzato, non può che creare un certo imbarazzo nei vertici regionali, ormai costretti ad inventarsi ospedali da campo in città ed a rivolgersi alle strutture private, con costi impressionanti, in provincia.
Il mio comunicato intendeva semplicemente portare l’attenzione della Regione su una struttura baricentrica, accessibile e tristemente e scandalosamente inutilizzata. Io faccio il sindaco, non mi interessa fare propaganda bensì cercare soluzioni. Però è da mesi che, da parte della Regione, viene ripetuto ossessivamente il mantra che il recupero della parte di struttura ora inutilizzata a Castellamonte avrebbe dei costi troppo alti di riutilizzo ma la verità, ed è stato lo stesso Assessore Icardi a dichiararlo in un recente incontro, è che una verifica sulla reale condizione della struttura e sui costi di un intervento per renderla nuovamente utilizzabile non è ancora mai stata fatta. È almeno possibile capire in cosa consista questo recupero e a quanto possa ammontare il costo? La risposta polemica della Lega ha il solo scopo di cercare di nascondere le proprie inadeguatezze ed incapacità cercando di attaccarci.
Che la seconda ondata sarebbe arrivata, lo si sapeva da mesi. La Regione ha avuto sei mesi di tempo per provvedere a reperire posti letto e organizzare le operazioni di rilevazione e cura dei malati ma ancora oggi si improvvisa. In questi mesi il Piemonte ha aumentato il personale medico aggiuntivo in maniera nettamente inferiore ad altre.
Continuano a ripetere che mancano uomini e soldi ma poi si scopre che aprono ospedali da campo con soluzioni estemporanee che finita l’emergenza continueranno a non risolvere i problemi. Se si fosse pensato prima al da farsi, viste anche le possibilità di fare appalti semplificati, alla fine della pandemia ci si sarebbe ritrovati con una struttura in ordine e pronta per essere riutilizzata, invece che spendere per pagare strutture private.
I territori si difendono programmando e agendo, non polemizzando contro suggerimenti e richieste di chiarimenti. Fino ad oggi abbiamo assistito solo a becera propaganda da bar da parte di chi in campagna elettorale ha promesso impegno per il territorio ed oggi lo ha messo da parte. È troppo semplice dare sempre la colpa ai predecessori. Chiamparino e Saitta hanno ereditato dalla giunta Cota una sanità indebitata e commissariata dal Governo centrale ed hanno cercato semplicemente di risanare i debiti. Ora però i soldi ci sono e bisogna utilizzarli al meglio.
Alla luce di tutto questo torno a richiedere che si apra una discussione seria e fattiva per il nosocomio di Castellamonte. Sicuramente non ci fermeremo fino a che non avremo risposte concrete e positive. La città di Castellamonte e tutto il territorio canavesano non vogliono più essere presi in giro”.
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