
Dramma Sandretto: adesso azienda e Fiom-Cgil hanno 70 giorni di tempo per evitare i licenziamenti

E’ già iniziata nei giorni scorsi tra trattativa tra azienda e sindacato riguardante il licenziamento collettivo dei 124 dipendenti della Sandretto di Pont Canavese. Forse, tra le tinte fosche del dramma, si inizia a intravvedere la debole luce della speranza: non tanto sulla ripresa occupazionale, quanto sul fatto che le istituzioni con ogni probabilità non lasceranno le maestranze dell’azienda in balìa di se stesse. Da oggi mancano 65 giorni per trovare una soluzione adeguata ed evitare la cessata attività. E’ il periodo previsto dalla normativa in vigore nei casi di richiesta di mobilità. La Photonike, la società italo-belga che tre anni fa rilevò l’azienda dalla brasiliana Romi e la Fiom Cgil, avranno 45 giorni di tempo per definire le trattative e altri trenta prima che i licenziamenti vengano ufficializzati.
Gl’incontri riprenderanno al termine delle vacanze estive. Ma i lavoratori della Sandretto non hanno certo la testa e i soldi per pensare alle ferie e continueranno a mantenere attivo il presidio davanti ai cancelli della storica azienda specializzata nella produzione di presse per lo stampaggio della plastica. Sindacato e dipendenti sono stati chiari: il presidio si manterrà per evitare che la società trasporti altrove i macchinari necessari per la produzione industriale. A giudizio dell’Amma, l’associazione di Confindustria che rappresenta e tutela le aziende metalmeccaniche, la vicenda relativa alla Sandretto non sarebbe affatto conclusa perché ci sarebbero ancora i margini per individuare una soluzione affinché possa essere raggiunto un accordo sul piano industriale e la salvaguardia dei posti di lavoro.
Un dato di fatto, ad oggi, appare chiaro: la distanza tra le parti in causa appare ancora incolmabile. Gianna Pentenero, assessore al Lavoro della regione Piemonte, appena dopo la rottura delle trattative aveva dichiarato che il piano illustrato dalla Photonike era “poco credibile e poco chiaro” e che aveva tutte le intenzioni di “individuare eventuali responsabilità”. Rispetto ad una settimana fa, l’aria nei dintorni della Sandretto sembra essere appena un po’ più respirabile. La tensione rimane palpabile, ma forse, sarà possibile trovare un ristretto margine di confronto anche se, a onore del vero, l’azienda si è finora dimostrata irremovibile.
La Photonike avrebbe chiesto alla Fiom-Cgil di fare in modo che il presidio sia in qualche modo allentato. Una cosa che sarebbe possibile fare, spiegano i sindacalisti, soltanto se l’azienda non trasferirà i macchinari presenti all’interno dello stabilimento. Adesso il contro alla rovescia è già iniziato.