11/11/2020
Politica
Covid: il Comitato vittime Rsa alla Regione: “Rivedere le strategie per le case di riposo”
La Fondazione promozione sociale e il Comitato vittime Rsa, ascoltati nella giornata di lunedì 9 novembre a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale, dal gruppo di lavoro Covid presieduto da Daniele Valle, hanno chiesto di riorganizzare in modo radicale l’intero sistema di cure per i malati cronici non autosufficienti ospiti delle Residenze sanitarie assistite, così come delle cure domiciliari. La richiesta, nello specifico, è di individuare subito un nuovo percorso, per evitare che si ripeta quanto avvenuto nella prima ondata della pandemia.
Questione aperta resta anche la carenza di personale di cui sarebbe conseguenza anche il perdurare dell’impossibilità di visita dei famigliari all’interno di molte strutture o comunque dell’accesso ai luoghi di degenza dove i pazienti vivono.
Marco Grimaldi (Luv) ha chiesto se anche prima della delibera del 21 marzo i malati non autosufficienti che uscivano dagli ospedali venissero dirottati sulle Rsa. È stato risposto che non ci sono notizie di trasferimenti di Covid positivi riferiti al pregresso, ma che tra febbraio e inizio marzo i pazienti delle Rsa con problemi venivano portati in ospedale e poi tornavano in struttura e che i trasporti sono proseguiti per diverso tempo anche in piena pandemia.
Sempre a Grimaldi, che ha posto domande sul tema ‘Covid hotel’, è stato risposto che in sede di Osservatorio la Fondazione ha espresso contrarietà a isolare ospiti delle Rsa positivi in strutture che non sarebbero in grado di fornire prestazioni sociosanitarie: tutti i degenti in Rsa, hanno spiegato, presentano patologie che richiedono cure e monitoraggio.
Monica Canalis (Pd) ha chiesto se l’Unità di crisi stia monitorando il collegamento tra Rsa e sanità territoriale (medici di medicina generale, Usca e Sisp), anche in relazione ai tempi di completamento delle vaccinazioni antinfluenzali, se l’Osservatorio stia svolgendo al meglio la propria funzione di confronto tra ente pubblico e terzo settore e se le Commissioni di vigilanza delle Asl stiano continuando a visitare le strutture.
Sull’Osservatorio gli auditi hanno lamentato l’assenza di una rappresentanza politica dell’assessorato alla Sanità, così come hanno espresso preoccupazione per le difficoltà di comunicazione con i medici di medicina generale. Le Commissioni vigilanza continuano a svolgere le loro funzioni di sorveglianza: manca invece, appunto, la sorveglianza informale da parte dei famigliari, ritenuta fondamentale.
A Francesca Frediani (M5s), che ha domandato se risultino esempi di un modello gestionale positivo da poter estendere a tutto il territorio, è stato risposto che si tratta di singoli casi isolati, mentre il presidente Valle ha ripreso la questione dell’isolamento dei positivi asintomatici e paucisintomatici, rispetto alla quale gli operatori del settore continuano ad esprimere forte preoccupazione. Dai dati forniti in sede di Osservatorio, al 28 ottobre risultavano 1.000 degenti e 500 operatori contagiati.
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