
Coronavirus, la terapia del plasma di pazienti immunizzati dopo Pavia funziona anche a Novara

Trasfondere il plasma donato da una persona guarita dal Covid-19 a pazienti in terapia intensiva sembra dare importanti e soprattutto positivi risultati. In seguito alla trasfusione il primo paziente ha già lasciato la Rianimazione. Accade all’ospedale di Novara dove ha avuto luogo l’sperimento. Il protocollo è stato pensato al Policlinico San Matteo di Pavia e la sperimentazione è stata avviata dal Servizio di medicina trasfusionale, diretto dal dottor Gennaro Mascaro.
È ancora presto per esultare ma questo primo risultato potrebbe dimostrare che gli anticorpi di chi ha sconfitto il virus e quindi immunizzate possano essere di aiuto a chi versa in situazioni critiche. Sono otto i guariti che hanno donato il loro plasma che sarà trasfuso in altrettanti pazienti.
“Per determinare se la trasfusione di plasma da persona convalescente può essere utilizzata nel trattamento dei pazienti critici con infezione da coronavirus – spiega il dottor Mascaro – è necessario determinare la quantità di anticorpi specifici: se ci sono le condizioni, eseguiamo la raccolta di questo ‘plasma iperimmune’ e poi possiamo procedere alla trasfusione in pazienti critici in terapia intensiva o sub intensiva. Va sottolineato che dopo la raccolta il plasma viene da noi trattato ulteriormente (inattivazione) in modo da annullare l’eventuale presenza di altri virus. I risultati ottenuti con la prima trasfusione confermano la validità del protocollo”.
Nelle prospettive più rosee il plasma potrà essere utilizzato un giorno per prevenire la malattia nelle persone più esposte al virus o più a rischio, tra cui il personale sanitario e potrà rappresentare uno strumento importante in previsione di una possibile ondata di contagio durante il prossimo autunno per fermare sul nascere eventuali nuovi focolai.