Comital Volpiano: incombono i licenziamenti, le trattative falliscono. E il futuro si fa oscuro

10/10/2017

Sullo stabilimento Comital di Volpiano, l’assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, sta giocando la carta decisiva per cercare di salvare il posto di lavoro di 138 dipendenti e la continuità dell’attività produttiva. I termini che renderanno definita la procedura di licenziamento collettivo scadranno il prossimo venerdì 134 ottobre. Nella giornata di lunedì 9 ottobre l’assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero aveva incontrato sindacati e azienda senza che sortisse nessun risultato positivo. Il tavolo di lavoro è stato riconvocato per mercoledì 11 ottobre alle 13,00 ma finora la proprietà si è dimostrata inflessibile e non disposta e fare un passo indietro.

Nel corso dell’incontro di lunedì 9 ottobre l’azienda ha confermato che al momento ci sono soggetti economici potenzialmente interessati all’acquisizione. Un’acquisizione sulla quale si intende effettuare i necessari approfondimenti. Ma il tempo manca e il licenziamento dei dipendenti si avvicina inesorabilmente: per questa ragione i sindacati hanno chiesto all’azienda di sospendere la proceduta di licenziamento fino a quando almeno la procedura di cessione non sia perfezionata. La richiesta è stata respinta al mittente e l’assessore Gianna Pentenero nel convocare il tavolo di lavoro per mercoledì 11 ottobre, ha lanciato un inequivocabile appello al senso di responsabilità: “È fondamentale – ha spiegato – che la proprietà sieda al tavolo regionale e conceda una sospensione della procedura per il tempo necessario a far sì che le eventuali proposte di acquisizione possano concretizzarsi”.

E se l’azienda si mostra inflessibile, il sindacato non è da meno e ha rifiutato la proposta, definita inaccettabile e irricevibile, avanzata dalla proprietà di far slittare i termini del licenziamento di una settimana se i lavoratori avessero acconsentito a smantellare il presidio che blocca, ormai da tre mesi, i cancelli dello stabilimento. Federico Bellono e Julia Vermena della Fiom torinese non nutrono dubbi di sorta: il tempo delle parole è finito – sottolineano -. A loro giudizio chi siede al tavolo delle trattative deve avere il mandato e i margini per individuare soluzioni accettabile. E se l’intenzione fosse quella di vendere tutto dopo aver licenziato il personale dipendente sappia, rimarcano, che il sindacato farà di tutto per evitare che questo avvenga. In ogni caso il presidio dei lavoratori proseguirà anche dopo la fatidica scadenza di venerdì 12 ottobre.

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