
Busano, don Ciotti visita gli stabilimenti dell’Omp Group: “Il lavoro è dignità, ma è anche libertà”

E’ stata una visita improntata sul tema delle legalità: è quella che il sacerdote don Luigi Ciotti, storico fondatore del “Gruppo Abele” e di “Libera” ha effettato nella giornata di venerdì 22 settemebre nello stabilimento metalmeccanico Omp di Vusano Canavese e in quello della Osva di Valperga. Il sacerdote, che da oltre quarant’anni è impegnato nella lotta contro l’illegalità, ha avuto modo di apprezzare le avanzate tecnologie di stampaggio adottate dall’Omp Group e di incontrare le centinaia di dipendenti che lavorano negli stabilimenti canavesani del Gruppo.
Ad accogliere e guidare don Luigi Ciotti è stata a famiglia Rosboch-Pomatto. L’incontro è stato proficuo e ha consentito a don Luigi Ciotti di intrattenere un foltissimo numero di dipendenti della società su temi di scottante attualità come la cultura della legalità, del diritto al lavoro, dell’impegno degli imprenditori canavesani, in particolare dei titolari della Omp Group, che negli anni hanno creato concrete occasioni di lavoro per tanti canavesani. A presentare don Luigi Ciotti all’uditorio è stato il general manager Fabrizio Rosboch che ha sottolineato come l’impegno quotidiano del sacerdote, che è ancora nel mirino della criminalità organizzata, abbia creato un largo seguito in Italia e in tante nazioni d’Europa.
Don Luigi Ciotti si è soffermato sui suoi esordi, sulla sua lunga battaglia condotta contro le mafie (da oltre trent’anni il sacerdote è perennemente scortato), sulla conoscenza con il giudice siciliano Giovanni Falcone che ha avuto luogo nel 1992, due mesi prima della strage di Capaci dove hanno trovato una morte orribile il giudice Falcone, la moglie e i componenti della scorta, sull’impegno quotidiano di tante, tantissime persone che lo affiancano in tutta Italia e all’estero per contrastare la corruzione e gli affari illeciti delle mafie.
Don Ciotti ha parlato in una terra, come quella canavesana, che ha conosciuto molto bene il fenomeno mafioso e in particolare l’attività illegale delle “locali” legate alla ‘ndrangheta. Ed è estremamente positivo e importante che gl’imprenditori canavesani, come ha sottolineato il sacerdote nel corso della sua applaudita prolusione, abbiano avuto il coraggio di non cedere alle lusinghe degli “affari facili” e abbiano percorso una strada irta di difficoltà, ma sempre all’insegna dell’onestà, creando, nonostante le tante problematiche create dalla crisi economica, nuove occasioni di lavoro, perchè il lavoro non è soltanto simbolo di dignità, ma di “vera libertà” individuale e sociale.