
Tari alle stelle, protesta in Consiglio a Chivasso: i commercianti abbandonano l’aula gridando “Vergogna!”

Tari alle stelle, protesta in Consiglio a Chivasso: i commercianti abbandonano l’aula gridando “Vergogna!”
Clima incandescente ieri sera, lunedì 19 maggio, in Consiglio comunale a Chivasso, dove l’attesa discussione sull’aumento delle tariffe Tari si è conclusa senza esito. Dopo il confronto già acceso con l’Amministrazione lo scorso 13 maggio, l’assemblea consiliare di Palazzo Santa Chiara ha visto un’affluenza mai registrata negli ultimi anni, con la sala gremita da commercianti visibilmente esasperati. I mormorii e le proteste di sottofondo hanno scandito l’intera seduta fino all’intervento del presidente del Consiglio comunale, Alfonso Perfetto, che ha minacciato di sgomberare l’aula. Parole che hanno innescato la reazione immediata degli esercenti, usciti tra urla di “vergogna, vergogna!”, in segno di protesta contro quella che ritengono una chiusura totale da parte dell’Amministrazione.
La mozione al centro del dibattito era stata presentata dai consiglieri di opposizione Claudia Buo (“Liberamente Democratici”), Bruno Prestia (“Per Chivasso”) ed Enzo Falbo (Fratelli d’Italia), articolata su tre richieste: un confronto urgente con Seta per rivedere un servizio giudicato inadeguato rispetto ai costi; l’utilizzo di circa 600 mila euro dell’avanzo di amministrazione per riportare il PEF (Piano Economico Finanziario) ai livelli del 2024; e infine, la revisione del Regolamento sulla lotta all’evasione, ritenuto troppo severo nei confronti delle attività commerciali, con soglie di insoluto giudicate troppo basse rispetto agli standard nazionali.
Ma l’Amministrazione, per voce dell’assessore al Bilancio, Tributi e Commercio Chiara Casalino, ha ribadito la propria posizione: “Non è possibile utilizzare l’avanzo libero per abbassare le tariffe Tari, lo vieta la normativa”. Un chiarimento tecnico che però non ha placato l’insoddisfazione crescente tra i commercianti, che hanno interpretato la risposta come l’ennesima prova di insensibilità politica di fronte a una crisi reale. La mozione dell’opposizione è stata infine bocciata con i voti contrari della maggioranza, lasciando inalterate tensioni e frustrazioni. Un nulla di fatto, dunque, che acuisce lo strappo tra istituzioni e tessuto commerciale cittadino.