26/12/2015
Economia
Fa troppo caldo e la neve latita: la regione Piemonte chiederà lo stato di emergenza al governo
Canavese
/E’ deciso: la regione Piemonte ha deciso di chiedere al governo il riconoscimento dello stato di emergenza a causa del caldo record e della totale assenza di precipitazioni. Una situazione anomala che sta creando un danno economico più che rilevante alle località turistiche montane che devono fare i conti con le numerose disdette delle prenotazioni per l’assenza della neve. L’innevamento artificiale non basta a ricoprire i tanti impianti di risalita e le piste da sci. Mancano gli sciatori, soprattutto stranieri, e, di conseguenza albergatori e ristoratori si trovano alle prese con una situazione finanziaria più che “difficile”. Il fenomeno riguarda anche gli impianti di risalita delle valli canavesane. L’altra faccia della medaglia è costituita dal fatto che il tasso di inquinamento, causato dall’altissima concentrazione della Pm10 (le poveri sottili) nell’aria causa l’aumento di allergie delle vie respiratorie e l’insorgenza di patologie polmonari. “La Regione ha approvato la nostra richiesta di chiedere al governo il riconoscimento dello stato d’emergenza per i danni subiti dalle società d’impianti di risalita derivanti dalla siccità e dall’inversione termica di queste settimane”.
Ad annunciarlo è il consigliere regionale di Forza Italia Gianluca Vignale: l’ordine del giorno che ha presentato in Consiglio Regionale è stato approvato a maggioranza.
“Da più di 60 giorni – sottolinea l’esponente azzurro della Regione Piemonte – la Pianura Padana è colpita da una siccità invernale senza precedenti che sta colpendo l’intero arco alpino, con temperature anomale spesso maggiori in montagna rispetto a quelle registrate nella stessa pianura. Questa situazione ha impedito e impedisce l’innevamento programmato comportando anche annullamenti delle prenotazioni alberghiere e un significativo calo delle presenze sulle piste da sci. È quindi indispensabile che la Regione intervenga con il governo a sostegno di un settore che da sempre è centrale per il Piemonte, il vero motore economico delle montagne piemontesi”.
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