05/02/2025

Cronaca

Volpiano, la Gurit chiude e trasferisce la produzione in Cina. 56 dipendenti perdono il lavoro

Volpiano

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Volpiano, la Gurit chiude e trasferisce la produzione in Cina. 56 dipendenti perdono il lavoro

Martedì 4 febbraio, presso l’Unione Industriali di Torino, si è svolto un incontro congiunto tra i vertici aziendali di Gurit e le rappresentanze sindacali RSU, assistite da Filctem Cgil, Uiltec Uil e Femca Cisl. L’incontro è stato indetto a seguito dell’annuncio, arrivato come un fulmine a ciel sereno la scorsa settimana, della chiusura dello stabilimento di Volpiano.

L’azienda ha confermato la decisione di chiudere il sito produttivo di Volpiano, procedendo contestualmente con il licenziamento di 56 lavoratrici e lavoratori. I dirigenti di Gurit hanno giustificato la scelta con il riferimento a una contrazione di mercato, conseguenza della riduzione dei volumi di produzione, e hanno illustrato il piano aziendale volto alla riorganizzazione della produzione europea mediante delocalizzazione in Cina.

In risposta, i sindacati hanno espresso una netta contrarietà al provvedimento, ribadendo la richiesta di ritiro dei licenziamenti e invitando a un immediato tavolo di confronto per esplorare soluzioni alternative alla chiusura. “Abbiamo ribadito la nostra contrarietà al piano e richiesto il ritiro dei 56 licenziamenti, rendendoci disponibili fin da subito ad aprire un tavolo di confronto per individuare soluzioni alternative alla chiusura. Chiediamo, inoltre, che il presidente del Consiglio di amministrazione della Gurit Italia, persona che ha apposto la firma sulla procedura di licenziamento, partecipi agli incontri così da avere un’interlocuzione con la proprietà e non con dei suoi rappresentanti. Non possiamo che esprimere la nostra contrarietà all’atteggiamento dell’azienda che non ha prospettato alcuno scenario alternativo alla delocalizzazione. Il 6 febbraio si svolgeranno le assemblee con i lavoratori e, insieme a loro, decideremo le iniziative di lotta da mettere in campo”, hanno dichiarato i rappresentanti sindacali.

Il confronto, pur acceso, ha evidenziato l’inerzia della dirigenza nell’aprire qualsiasi margine di trattativa, confermando così l’impossibilità di una soluzione condivisa. Le assemblee dei lavoratori, previste per il 6 febbraio, saranno determinanti per definire le prossime mosse e rafforzare la mobilitazione contro quella che i sindacati definiscono una scelta unilaterale e definitiva.

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