
Un “Sindaco della Notte” per salvare Chivasso dal buio: Clara Marta (Forza Italia) lancia la sfida in Consiglio
A Chivasso, la notte non è vissuta: è temuta. Non appena il sole tramonta, la città si svuota, le piazze si chiudono, i locali tirano giù le serrande e i cartelli di divieto prendono il posto della vita. È una città che sembra rassegnata al silenzio serale, dove le ordinanze diventano strumenti di controllo invece che di convivenza. Non esiste una “movida”, ma esiste un disagio che cresce. E con esso, un’idea pericolosa: che i giovani siano un disturbo da allontanare e che il buio vada governato con la repressione.
Ma ora, qualcosa potrebbe cambiare. Forse. Nel prossimo Consiglio comunale — l’ultimo prima della pausa estiva — approderà una mozione che prova a capovolgere questa visione. L’ha presentata Clara Marta, capogruppo in Consiglio comunale di Forza Italia, e porta anche la firma della consigliera Emanuela Tappero. L’idea è semplice, ma rivoluzionaria per Chivasso: istituire, in via sperimentale, la figura del “Sindaco della Notte”. Un ruolo politico-amministrativo capace di coordinare le esigenze dell’amministrazione, degli esercenti, dei giovani, delle forze dell’ordine e dei cittadini. Per costruire una governance partecipata del tempo notturno. Per affermare che la notte non è solo fonte di problemi, ma anche di opportunità.
La mozione firmata dalle consigliere comunali “azzurre” nasce da fatti concreti. Come il grave episodio di vandalismo avvenuto in via Torino nella notte tra sabato 7 e domenica 8 giugno, con lo sradicamento di un albero e il danneggiamento della statua dell’Angelo di Nino Ventura. O come i dati Istat, che fotografano un’Italia in cui il 16,2% delle famiglie ha subito reati contro la proprietà negli ultimi due anni, e il 7,8% ha subito atti vandalici ai veicoli. Numeri che parlano anche di Chivasso, di un disagio che monta e di un tessuto urbano che la notte diventa fragile.
Eppure, altre città dimostrano che un’altra strada è possibile. Come Rivoli, dove ogni sabato sera estivo gli agenti della polizia locale presidiano a piedi le strade, fino a mezzanotte, parlando con i cittadini invece di multarli. O Trento, dove il “Sindaco della Notte” è realtà dal 2021. O Casale Monferrato, dove il lavoro di rete ha ridotto del 20% le segnalazioni notturne alla polizia locale.
La proposta di Clara Marta non è una semplice trovata estiva né un titolo simbolico da aggiungere all’organigramma. È un invito politico a cambiare paradigma. A sostituire il modello repressivo con uno inclusivo. La mozione infatti prevede un pacchetto di azioni concrete: eventi culturali serali, l’apertura notturna di biblioteche e cortili scolastici, l’istituzione di un tavolo permanente sulla sicurezza urbana notturna che coinvolga scuole, associazioni, commercianti, residenti e giovani.
Previsti anche incentivi per progetti educativi, potenziamento dell’illuminazione pubblica, videosorveglianza nelle aree più critiche e un sistema di monitoraggio semestrale dei risultati. In altre parole: programmazione, partecipazione, prevenzione.
La città che ha scelto i divieti
Finora, l’amministrazione ha preferito la strada opposta: quella delle ordinanze. Una su tutte, quella che vieta il consumo di alcolici in alcune aree del centro. Una misura più simbolica che efficace, che punisce la marginalità invece di comprenderla. A pagare il prezzo di questa visione sono i giovani, che spesso non hanno alternative agli spazi chiusi o alla strada. E con essi tutta la comunità, che si ritrova privata della possibilità di vivere le ore serali come occasione di socialità, cultura, aggregazione ed economia diffusa.