Torino in festa per l’arrivo di Papa Francesco. Il Pontefice è atterrato alle otto all’aeroporto “Sandro Pertini” di Caselle accolto dal presidente dalla regione Piemonte Sergio Chiamparino, il sindaco della Città Metropolitana Piero Fassino e dalle massime autorità civili e militari. Il Santo Padre giunge a Torino per omaggiare la Santa Sindone nel primo giorno d’estate. Il primo appuntamento ha avuto luogo alle 8,30 nella piazzetta del Palazzo Reale di Torino dove ha incontrato migliaia di rappresentati del mondo del lavoro tra operai, pensionati impiegati, commercianti, giornalisti, professionisti e imprenditori. Un appuntamento programmato non a caso e che dimostra quanto Francesco sia sensibile ai risvolti della crisi economica che proprio a Torino sta producendo effetti devastanti. Nella città in cui è nato il cinema, la moda, la Rai e l’automobile, una persona su dieci è senza lavoro.
Questa è la città che si è fatta scippare tutte le eccellenze per cui andava fiera, questa è la città romana dove Don Bosco ha fondato i salesiani, che ha strappato dalla fame e dall’ignoranza, già nella seconda metà dell’Ottocento migliaia di adolescenti, assicurando loro un futuro. Una missione che continua ancora adesso in molti Paesi del mondo.
“Eccomi nella terra della quale sono nipote” ha esordito il Papa dopo aver ascoltato la testimonianza di un noto imprenditore, di un’operaia e di un agricoltore. Testimonianze propedeutiche al discorso che ha pronunciato di fronte a una folla festante e attenta. “Sono solidale con i giovani disoccupati, con i cassintegrati, con tutti coloro che non hanno futuro e anche con gli imprenditori” ha detto. Poi il suo pensiero è volato alla tragedia degli immigrati: “Fa piangere lo spettacolo di questi giorni dove gli essere umani vengono trattati come merci. Diciamo non all’economia dello scarto”. E la crisi economica? Il Santo Padre ha da dire anche su questo tema: “Quello che non si produce si esclude come fosse un usa e getta. Siamo chiamati a ribadire il no all’idolatria del denaro”. La folla applaude convinta.
La famiglia è al centro della società ha sottolineato il Papa. E riferendosi alle testimonianze ascoltate poco prima, ha rimarcato quanto sia importante il patto generazionale e sociale tra lavoratori e imprenditori, tra giovani e anziani. “Non dimenticare questa ricchezza! I figli sono la promessa da portare avanti. E gli anziani sono la ricchezza della memoria. Una crisi non può essere superata senza i giovani, i ragazzi, i figli e i nonni. I figli e i nonni sono la ricchezza e la promessa di un popolo”.
E che dire delle collusioni mafiose e della corruzione? “Diciamo no alle collusioni, alle tangenti, alla corruzione”. E, infine, un chiaro invito a osare: “Coraggio. E’ una parola che significa osate, andate avanti – ha detto con veemenza -. Siate artigiani del futuro con la forza della speranza che ci dà il Signore che non delude mai. Per favore, pregate per me”. Ancora una nutrita salva di applausi che aveva il significato di un forte abbraccio ideale verso questo Papa “chiamato dalla fine del Mondo” che sta faticosamente cercando di dare una nuova dimensione umana e sociale alle Chiesa. In Vaticano le resistenze da superare non sono poche e la sua vocazione all’umiltà, la sua attenzione verso gli ultimi, sembra lasciare indifferenti quegli alti porporati che vivono nel lusso e tra mille, fin troppo umani, privilegi.
Dopo l’incontro con il mondo del lavoro il Pontefice si è recato in cattedrale per pregare in silenzio e meditare sull’Uomo della Sindone. Il tour de forze è proseguito con la celebrazione della Santa Messa in una gremitissima Piazza Vittorio e l’Angelus. Decisamente toccante il momento in cui Francesco ha pranzato nella sede dell’Arcivescovado con i giovani detenuti del carcere minorile “Ferrante Aporti”, immigrati e senza fissa dimora e una famiglia rom. La lunga giornata del Papa è terminata dopo aver incontrato, nella chiesa del Cottolengo, i salesiani e gli ammalati. Per tutti ha avuto un pensiero speciale e l’esortazione a credere nella salvezza e nell’infinita misericordia di Dio.
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