
Telis, forse si allontana la spada di Damocle del licenziamento collettivo

Per 167 dipendenti della Telis di Scarmagno si allontana (forse) la spada di Damocle del licenziamento. Lo scorso mercoledì presso il Ministero dello Sviluppo Economico ha avuto luogo un incontro tra il curatore fallimentare dell’azienda e le organizzazioni sindacali di settore: si è trattato di un incontro caratterizzato da una tensione palpabile e sul filo di lana è stato messo a verbale che esistono i presupposti per congelare i licenziamenti e accedere alla cassa integrazione per almeno un anno.
Non è molto, d’accordo, ma è sempre meglio che finire dall’oggi al domani in mezzo a una strada. E non bisogna trascurare il fatto che lo spiraglio aperto potrebbe lasciare spazio a una trattativa decisamente più articolata che possa lasciar intravvedere, per i dipendenti, nuovi e positivi scenari.
La Fiom-Cgil è convinta che la posiibilità che si facciano avanti acquirenti credibili possa aprire la porta della cassa integrazione per tutti i dipendenti della Telis, anche per quelli occupati negli stabilimenti situati nel Sud Italia. Se così fosse, nel corso dell’anno di cassa integrazione si potrebbe tentare di percorrere la strada della riqualificazione professionale e del ricollocamento per i lavoratori più giovani. La strada è ancora tutta in salita ammettono i sindacalisti della Fiom: ad agosto è previsto un altro incontro allo scopo di scongiurare definitivamente il licenziamento collettivo.
Intanto, per buona misura, i dipendenti dello stabilimento di Strambino (dopo il devastante incendio che aveva distrutto nei mesi scorso quello di Scarmagno) presidiano dal 6 luglio scorso i cancelli dell’azienda per mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni sulla drammatica vicenda occupazionale che li coinvolge in prima persona.