01/09/2024
Sanità
Sanità, no ai “gettonisti”. La provocazione del Comitato per la Sanità Pubblica: “Precettiamo i medici”
Canavese
/Sanità, no ai “gettonisti”. La provocazione del Comitato per la Sanità Pubblica: “Precettiamo i medici”
Il Comitato per la Sanità Pubblica ha presentato una proposta che ha suscitato dibattiti e controversie. Con l’intento di riformare radicalmente il sistema sanitario, il Comitato ha suggerito la precettazione obbligatoria di tutti i medici per garantire il funzionamento della sanità pubblica. Questa mossa, che segue la riapertura del Pronto Soccorso di Cuorgnè, è stata annunciata in un momento in cui la regione è stata testimone di intense discussioni riguardo la gestione dei turni medici, in particolare dopo che un caso specifico è stato archiviato, permettendo al medico coinvolto di continuare a gestire i turni.
Il portavoce del Comitato, Riccardo Tessarini, ha messo in luce le inefficienze del sistema attuale, criticando la gestione della sanità pubblica da parte della Regione Piemonte e delle direzioni Asl, sostenendo che queste pratiche sono in netto contrasto con l’interesse della salute dei cittadini. La proposta del Comitato mira a una risposta decisa alla situazione attuale, che viene paragonata a una calamità naturale, richiedendo una soluzione forte e inequivocabile: la precettazione di tutti i medici per otto ore al giorno, entro i limiti dell’orario lavorativo settimanale.
La proposta ha sollevato questioni legali e etiche, dato che la precettazione, secondo l’ordinamento italiano, è prevista come misura eccezionale in contrapposizione al diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, e non come una restrizione generale alla libera professione. Nonostante ciò, il Comitato sostiene che la priorità dovrebbe essere la sanità pubblica, e solo successivamente, se rimangono tempo ed energie, l’impegno privato dei medici. Questa proposta radicale, che alcuni considerano più una provocazione che una soluzione praticabile, riflette una filosofia politica e sociale che privilegia il settore pubblico come principale fornitore di servizi essenziali, mettendo in discussione il ruolo e l’autonomia della professione medica nel contesto della libera impresa. La discussione aperta dal Comitato per la Sanità Pubblica continua a generare un acceso dibattito sulla direzione futura della sanità in Piemonte e sul ruolo dei medici all’interno di essa.
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