
San Giusto Canavese: una “panchina rossa” per invitare gli uomini a non “odiare le donne”

Una “panchina rossa” contro la violenza sulle donne. Un fenomeno, purtroppo, in continua crescita, che ha ispirato la creazione e l’installazione delle ormai celebri panchine colorate di rosso, divenute simbolo della lotta alla violenza e al femminicidio. Una di queste panchine, realizzata dalle giovani artiste sangiustesi Lucrezia Bertetto e Letizia Giulio, da ieri, 8 marzo, giorno della Festa della Donna, fa bella figura di sé nel parco in cui è stato eretto il monumento dedicato ai Caduti di tutte le guerre. Sullo schienale sono stati disegnati occhi di donna: occhi spalancati, dolorosi, accusatori e increduli.
L’installazione della “panchina rossa”, voluta dall’Amministrazione Comunale di San Giusto Canavese ha un significato ben preciso: è un implacabile atto d’accusa della società civile nei confronti di chi commette soprusi e atti di violenza sulle donne. Donne colpevoli essere tali, di non voler essere soltanto considerato come un oggetto di proprietà, di essere umano inferiore. La società muta, a volte in positivo a volte in negativo ma la violenza rimane sottotraccia e spesso non viene denunciata per paura o per scarsa consapevolezza. Le “panchine rosse” sono questo e anche molto di più: un monito a rispettare ed amare il genere femminile e un invito a denunciare quegli uomini che, parafrasando lo scrittore svedese Stieg Larsson, “odiano le donne”.