
Rivara, a gennaio 2016 aprirà i battenti la filiale di RivaBanca

L’obiettivo già annunciato e che si sta realizzando, è quello di dare vita a una realtà bancaria al servizio del territorio e basata sul microcredito destinato ai privati, agli artigiani e alle piccole aziende. E in un momento in cui la crisi recessiva flagella anche il Canavese, tradizionalmente un’isola felice dal punto di vista economico, RivaBanca si impone in questo scenario come una realtà di rilevante importanza.
A distanza dei primi cento giorni dall’inaugurazione della sede principale, l’Istituto di credito cooperativo a gennaio aprirà anche la filiale di Rivara. Un presidente (Giovanni Desiderio) un consiglio di amministrazione (che ha spontaneamente rinunciato al gettone di presenza e agli emolumenti), un vicepresidente (Giancarlo Buffo), un direttore (Bernardino Naretto), otto dipendenti e due stagisti, diverse centinaia di correntisti, 1.500 soci (cinquanta in più rispetto ad un paio di mesi fa): RivaBanca, dopo aver atteso per quasi due anni il via libera da parte della Banca d’Italia, si propone come una banca di consulenza più che uno sportello prettamente commerciale. Un istituto cooperativo utile non soltanto per ottenere mutui o prestiti, ma anche per dare, se possibile, una svolta alla propria attività professionale alla luce delle mutate esigenze di un mercato fluido, che richiede nuove competenze e che, nel contempo, offre nuove e inedite opportunità.
A Rivara la filiale avvierà l’attività dove un secolo fa aveva sede una banca di credito piemontese. Una location beneagurante che fa ben sperare per il proseguio dell’attività della prima banca territoriale del Canavese. Una realtà economicamente così interessante che anche l’Unione Net, costituita dai comuni della cintura Est di Torino, sta seriamente pensando di istituire un’altra realtà assimilabile a quella rivarolese.