01/04/2020

Economia

Il presidente dell’Api Corrado Alberto: “Occorre un grande progetto di rinascita produttiva”

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“Questo è il momento in cui la società, ad ogni livello deve essere coesa, per consentire, al termine della pandemia, la piena ripresa dell’economia produttiva”. È pacato e pragmatico Corrado Alberto, imprenditore nel settore della torrefazione del caffè e presidente dell’Api di Torino, l’associazione che rappresenta 1.800 piccole medie imprese in tutta la provincia di Torino. Il ruolo strategico, in questo frangente sarà giocato dal Governo che ha adottato misure coraggiose, ma che presentano a giudizio del presidente dell’Api alcune lacune. Il problema per le piccole e medie imprese non è costituito dalla liquidità, ma da una perdita di fatturato che sarà difficilmente recuperabile.

“E’ soltanto varando misure di erogazione di aiuti economici a fondo perduto ed elaborando una strategia che aiuti le imprese a recuperare la competitività persa a causa della pandemia – spiega Corrado Alberto – che si potrà ridare un futuro al tessuto imprenditoriale. Noi abbiamo un contatto quotidiano con le imprese associate e abbiamo ben presente quali sono le dimensioni reali della situazione che è sì seria, ma che va affrontata con coraggio guardando al futuro con nuove idee un coraggio rinnovato. E’ necessario, però, che ognuno faccia la sua parte in fondo. Governo per primo”.

E ancora: bene gli ammortizzatori sociali e gli aiuti economici una tantum ai lavoratori autonomi ma servirebbe, in questo particolare contesto la creazione di un fondo economico che inneschi una vera e grande ripresa nazionale come è accaduto nel secondo Dopoguerra”.

Ma se dal canto loro gli imprenditori stanno alacremente lavorando per ricostruire la ripresa delle loro aziende, pur essendo coscienti che sarà un’impresa quasi titanica, tocca allo Stato, con la necessaria tempestività, trovare i fondi per realizzare questo Fondo di rinascita nazionale. E dulcis in fundo, come se non bastasse, l’Europa sembra essere restia ad aiutare economicamente l’Italia, che pure è stato uno dei Paesi fondatori dell’Unione.

“Allora sarà necessario guardare oltre Atlantico – afferma Corrado Alberto -. Agli Stati Uniti, ad esempio. che sono con ogni probabilità più interessati alla ripresa economica del nostro Paese. Il Coronavirus sta cambiando la nostra vita, il nostro modo di essere, i nostri stili di vita. Niente sarà come prima. È una grande calamità, su questi non ci sono dubbi, ma potrebbe trasformarsi, quando tutto sarà finito in una grande opportunità: quella di riorganizzare il nostro sistema produttivo utilizzando maggiormente le grandi possibilità offerte dall’informatica e dalla fibra che ci consentirò di comunicare e lavorare limitando al massimo i nostri spostamenti.

Io penso ad un futuro diverso e anche positivo che offrirà agli imprenditori e alla popolazione nuove opportunità e prospettive. Il resto spetta alla politica e al Governo, con la speranza che sappiano vedere concretamente ben al di là dell’emergenza”.

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