13/08/2016

Cronaca

Pont: dopo la chiusura della Sandretto nascono i timori per una possibile emergenza ambientale

Pont Canavese

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La “grana” scoppia adesso che le trattative tra sindacato, regione Piemonte e la società italo-belga Photonike sono saltate definitivamente, sancendo il licenziamento collettivo degli ultimi 124 dipendenti. Lo stabilimento industriale della Sandretto di Pont Canavese, storica fabbrica specializzata nella costruzione di presse per lo stampaggio plastico, potrebbe essere una bomba ecologica a tempo a causa delle migliaia di litri di olii esausti, liquami pericolosi contenuti in grandi contenitori galvanici e le coperture in eternit che avrebbero dovute essere rimosse tra anni fa e che non sono mai state toccate. La ridda di voci che da tempo circola tra i dipendenti è approdata, in ogni caso, sulla scrivania di Gianna Pentenero, assessore regionale al Lavoro.

Il dramma occupazionale e un possibile disastro ecologico corrono su binari paralleli. In questo particolare e delicato contesto, tutti gli enti locali sono stati caldamente invitati a monitorare e vigilare. Il sindaco di Pont Canavese, Paolo Coppo, ammette di essere stato al corrente di alcuni problemi che avevano interessato l’azienda e dell’intervento dell’Arpa (l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) per uno sversamento degli olii nel torrente Soana e assicura che non appena il palazzo municipale riaprirà i battenti dopo la pausa estiva, verificherà a che punto è la situazione.

Anche perché adesso, con la chiusura definitiva dell’azienda, liquami, i quintali di rifiuti e le migliaia di litri di olii esausti che fine faranno? E chi si farà carico della bonifica del sito dismesso? Durante l’ispezione effettuata dai tecnici e gli specialisti dell’Arpa saltò fuori un piano di bonifica da 10 milioni di euro. Un piano, redatto dalla Romi, la società brasiliana, allora proprietaria della Sandretto, del quale non si è mai più parlato. La vicenda è più mai che scottante e delicata.

E mentre la lotta per evitare il licenziamento dei 124 dipendenti sembra non essere ancora avviata verso la conclusione, iniziano i timori e le preoccupazioni relativa alla possibilità che la cessazione dell’attività produttiva possa coincidere con l’innesco di un problema ambientale non meno grave e impattante. Non si esclude che, nelle prossime settimane, possano emergere novità di assoluto rilievo.

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