Gli agenti della Guardia di Finanza hanno eseguito, su richiesta del Gip del Tribunale di Torino, nella mattinata di oggi, martedì 7 settembre tre misure di custodia cautelare. L’accusa? Truccavano le buste paga dei dipendenti con rimborsi e indennità per trasferte mai eseguite. Nel corso dell’operazione, denominata “Mal di trasferta” sono stati sequestrati denaro e beni per un valore di circa un milione di euro. Per l’amministratore di fatto della società sono stati disposti gli arresti domiciliari mentre l’amministratore di diritto è stato interdetto per dodici mesi a ricoprire uffici direttivi e a svolgere attività imprenditoriali.

Anche un dipendente di uno studio di consulenza del lavoro è stato sospeso dal lavoro per dodici mesi. L’inchiesta è stata coordinata dal pubblico ministero Mario Bendoni: l’ipotesi di reato è di truffa aggravata ai danni dell’Erario, dell’Inps e dell’Inail dato che rispetto allo stipendio il datore di lavoro paga, sui rimborsi e indennità, contributi e tasse di minore entità.

Stando a quanto sarebbe stato accertato nel corso delle indagini, i dipendenti che sollevavano dubbi sui rimborsi non venivano assunti e chi era chi era già dipendente rischiava il licenziamento o era costretto a rassegnare le dimissioni. La truffa ha consentito all’impresa di evadere, negli anni, imposte e contributi per quasi 1 milione di euro, provocando, altresì, un danno ai lavoratori stessi, i quali si sono visti riconoscere solamente una parte dei contributi in realtà spettanti.