Parco del Gran Paradiso: i sindaci fanno pressing sulla politica per la ripresa economica delle Valli

26/05/2017

Nei giorni in cui alla Camera dei Deputati è in fase di esame il disegno di legge sulle aree protette, i sindaci dell’Unione montana Gran Paradiso hanno inviato una lettera a tutti i Capigruppo della Camera chiedendo una rapida approvazione del provvedimento. La nota, firmata dal presidente Silvio Varetto, racchiude elementi cardine condivisi anche dal Presidente del Parco nazionale piemontese e valdostano, Italo Cerise.

“Dare ai Parchi una governance migliore, come prevede il disegno di legge, restituendo ruolo e protagonismo agli Enti locali – scrivono Varetto, primo cittadino di Alpette e gli altri sindaci canavesani – ci allinea a quanto hanno fatto altri Paesi europei. Dà agli Enti parco una capacità di azione forte, riconosciuta e in stretta interazione con le Unioni montane di Comuni. Dopo vent’anni di latitanza del Parlamento su questi temi, finalmente il Paese potrà avere una legge capace di riconoscere alle aree rurali il ruolo che gli spetta. E cioè di valorizzare i servizi ecosistemici-ambientali che nelle terre alte, nelle zone rurali, attraverso le aree protette, vengono assicurati all’intera collettività. Come ad esempio lo stoccaggio dell’anidride carbonica nei boschi gestiti, la tutela delle fonti idriche, la protezione del paesaggio e del clima”. La montagna, le aree interne, ridefiniscono il rapporto con la città “solo se le aree urbane potranno dare alle aree montane non delle royalties, bensì una stabile remunerazione per i servizi che la montagna svolge”, viene precisato nel documento.

Il futuro dei territori rurali passa dall’interazione tra il sistema pubblico con gli operatori economici del territorio, in primis le aziende agricole, gli imprenditori turistici, i produttori di energia. “Insieme – evidenziano gli amministratori dei Comuni sul versante piemontese del Parco Nazionale Gran Paradiso – concorrono allo sviluppo che non vuol dire tutela e basta, ma è tale solo se crea opportunità di reddito, di lavoro, di impegno e blocca lo sfruttamento. I parchi sono in Italia e in Piemonte aree che includono interi Comuni, borghi e frazioni. Il legame tra gli Enti gestori e le Unioni montane deve dunque essere facilitato, come previsto dalla legge, per un percorso non solo conservativo. La lotta all’abbandono, alla desertificazione, all’impoverimento del territorio passa dalla capacità di creare sinergie tra sistemi ambientali e aree antropizzate, dove servizi e imprese determinano conservazione, tutela, sviluppo. Il ddl Parchi, con questi pilastri, restituisce dunque piena dignità ai sistemi territoriali. Venga approvato il prima possibile. Il territorio ne ha bisogno”.

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