Il Nursind proclama lo stato di agitazione degli infermieri: “Ennesima emergenza per l’influenza”

21/11/2018

L’influenza è alle porte e infuria la polemica legata alla carenza di personale e posti letto per fronteggiare l’emergenza. E mentre la vicina Lombardia investe quattro milioni di euro per contrastare l’iperafflusso di pazienti a causa dell’influenza, il Piemonte dovrà fare i conti, ancora una volta, con una situazione che definire critica è uneufemismo. Il Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, queta volta intende muoversi in anticipo e proclama lo stato di agitazione regionale degli infermieri.

“Prendiamo atto che la Regione Piemonte anche per quest’anno non ha attivato piani credibili ed efficaci per la gestione dell’iperafflusso nei pronto soccorso, nonostante il fenomeno, facilmente preventivabile – afferma il segretario territoriale Giuseppe Summa -, si annuncia nuovamente di preoccupanti dimensioni. Insufficiente, oltre che poco efficace l’accordo con i medici di medicina generale arrivato nei giorni scorsi che forse peggiorerà addirittura la situazione che i cittadini pagheranno nuovamente sulla propria pelle le inefficienze mostrate gli scorsi anni “.

I dirigenti sindacali del Nursind non nutrono alcun dubbio sullo scenario che si sta profilando: sarà un inverno di “lacrime e sangue” che causerà gravi disagi sui professionisti sanitari e sui cittadini: disagi che fanno capo a precise responsabilità. In sostanza, a giudizio del Nursind, i pronto soccorso degli ospedali canavesani e piemontesi dovranno fare i conti con l’ennesima “criticità”. Soltanto alcune aziende sanitarie hanno predisposto e adottato per tempo un piano di prevenzione che, a causa delle scarse risorse economiche a disposizione, rischia di mostrarsi inadeguato.

“Lo scorso anno avevamo chiesto l’istituzione di un osservatorio regionale, mai partito, in grado di valutare le criticità e avanzare proposte. Invece, rivivremo lo stesso incubo, con attese infinite, giornate in barella, code di ambulanze ferme, cittadini arrabbiati e operatori stremati – afferma Giuseppe Summa -. Non sono arrivate inoltre le risposte auspicate dai piani triennali di fabbisogno di personale e dall’assegnazione dei tetti di spesa alle Aziende. Ancora alto e insufficiente il rapporto infermiere-paziente e i disagi e le responsabilità alle quali la categoria infermieristica è sottoposta. Le drammatiche condizioni di lavoro nelle RSA, più volte denunciate, non hanno ricevuto alcuna risposta. Ricordiamo come tali condizioni, non permettendo di erogare una assistenza adeguata, porta importanti ricadute anche sugli accessi in pronto soccorso e sull’occupazione dei posti letto”.

E dato che finora non sono state fornite per fronteggiare in modo adeguato il fenomeno delle aggressioni quasi giornaliere nei servizi di emergenza il Nursind, che rappresenta migliaia di infermieri in tutto il Piemonte, è giunto alla determinazione di indire lo stato di agitazione generale. L’organizzazione sindacale chiede sia istituito un tavolo di confronto urgente in Prefettura per ottenere precise indicazioni sulla programmazione delle assunzione che ancora, a detta del Nursind, non appare chiara.

In sintesi il sindacato chiede che al tavolo di confronto si discuta dell’assegnazione di fondi straordinari alle Asl per il potenziamento della pianta organica, l’adozione di adeguate misure per garantire l’incolumità del personale sanitario e il mantenimento della continuità assistenziale con l’attivazione di prestazioni aggiuntive, e infine, si chiede di fare chiarezza sulle realtà “abbandonate” delle Rsa.

“Nel caso non arrivassero risposte saremo pronti a mobilitare gli infermieri piemontesi attivando tutte le forme di protesta consentite dal legislatore con il coinvolgimento dei cittadini – conclude Summa -.  Oltre alla richiesta di un tavolo concertativo innanzi al prefetto, Nursind scriverà alla procura della repubblica al fine informativo per la mancata attivazione dei piani preventivi atti a salvaguardare la salute dei cittadini”.

In Prefettura si discuterà anche dell’Asl T04 e dei 10 milioni di euro tagliati d’imperio dall’assessorato regionale alla Sanità e che aggiungono ulteriori problemi a quelli già preesistenti.

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