
23/01/2025
Cronaca
Niente fondi per il nuovo Ponte Preti. “Ma i soldi per quello sullo Stretto di Messina ci sono”
Strambinello
/Niente fondi per il nuovo Ponte Preti. “Ma i soldi per quello sullo Stretto di Messina ci sono”
Il Governo non concederà ulteriori proroghe per i fondi destinati alla costruzione del nuovo Ponte Preti, infrastruttura fondamentale sulla Pedemontana tra Strambinello e Baldissero Canavese. Lo ha dichiarato Luca Ciriani, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, rispondendo in aula alla deputata di Azione Daniela Ruffino.
«In occasione del decreto-legge Infrastrutture dello scorso giugno, il Governo ha prorogato straordinariamente al 31 dicembre 2024 i termini per l’aggiudicazione degli interventi finanziati dalla legge di bilancio 2019 per i ponti del bacino del Po», ha spiegato il Ministro, sottolineando però che la Città metropolitana di Torino ha comunicato l’impossibilità di rispettare questa scadenza per il Ponte Preti e altre opere simili.
Le critiche dell’onorevole Daniela Ruffino: “Volontà politica, non questioni tecniche”
Daniela Ruffino ha duramente contestato la decisione: «Il Ponte Preti è un’opera fondamentale per la sicurezza e la mobilità del Canavese. Come può il Governo ignorare i ritardi causati da fattori straordinari come la pandemia, l’aumento dei costi delle materie prime e il passaggio delle competenze all’Anas? Si tratta di una scelta politica, non tecnica».
Ruffino ha inoltre accusato l’esecutivo di favorire opere di dubbia priorità, come il ponte sullo Stretto di Messina: «I 100 milioni destinati al Piemonte rischiano di finire altrove. È inconcepibile che risorse così cruciali vengano bloccate senza serie motivazioni».
Il sostegno del consigliere regionale Sergio Bartoli
Anche il consigliere regionale Sergio Bartoli ha espresso preoccupazione: «È inaccettabile perdere quasi 100 milioni di euro destinati a opere strategiche come il Ponte Preti. Il mancato intervento del Governo avrebbe conseguenze devastanti su mobilità, sanità ed economia per il Canavese Occidentale e Ivrea». Bartoli ha ribadito che i ritardi non sono imputabili a negligenza locale, ma a condizioni straordinarie: «Rinnovare il decreto è un atto dovuto per garantire certezze e investimenti al territorio».
Entrambi i rappresentanti chiedono al Governo un cambio di passo per salvare risorse e interventi essenziali per il Piemonte.
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