
Leinì, i carabinieri smantellano la rete dei ricettatori di rame e ferro. Tre i denunciati

Quel capannone dall’aspetto insospettabile, situato alla periferia di Torino, era in realtà un vero e proprio deposito dove venivano stoccate tonnellate di rame e materiale ferroso rubato, in attesa di venire immesso nel fiorente mercato illegale.
Nella mattinata di ieri, i carabinieri della stazione di Leinì, in collaborazione con i colleghi del Nucleo Ecologico, delle stazioni di San Mauro Torinese e della Compagnia di Torino, hanno denunciato tre uomini: F.B., 31 anni residente a San Mauro Torinese, P.B. 29 anni, residente a Torino e C.V., 51 anni anch’egli di Torino, con l’accusa di ricettazione in concorso e attività di gestione rifiuti pericolosi non autorizzati. F.B. e P.B. che risultano titolari di una ditta di smaltimento di rifiuti nel capoluogo, avrebbero, secondo gl’inquirenti, ritirato i rifiuti ferrosi senza essere muniti della necessaria autorizzazione.
In tutto sono stati sequestrati 12 tonnellate di rame e ferro. Un’ingente quantità di materiale della quale non è stata spiegata la provenienza. C.V. invece è il titolare di un capannone situato a Torino dove, senza autorizzazione recuperava metalli e custodiva rottami provenienti di elettrodomestici usati. Il capannone è stato posto sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria.
L’attività dei carabinieri ha l’obiettivo di individuare di coloro che ricettano in particolare il rame, in gran parte proveniente dai cimiteri, anche canavesani, recentemente presi letteralmente d’assalto dai ladri di “oro rosso”.