
Ivrea, richiedente asilo aggredì una mediatrice culturale. Condannato a 5 mesi, ma è irreperibile

E’ uno dei tanti richiedenti asilo sbarcati in Italia alla ricerca di un futuro migliore di quello che avrebbero potuto trovare in patria: il giudice del tribunale di Ivrea ha condannato a una pena di cinque mesi di reclusione un giovane di 23 anni proveniente dalla Guinea Equatoriale per lesioni e violenza privata. La pubblica accusa ha sostenuto in aula che K.M. minacciò una mediatrice culturale originaria del Mozambico per estorcerle denaro. L’episodio, oggetto della vicenda giudiziaria ha avuto luogo nel mese di maggio del 2016 nel centro di accoglienza allestito all’hotel Eden di corso Massimo d’Azeglio.
L’imputato, difeso dall’avvocato Daniela Del Vecchio, sosteneva di essere stato vittima di un incidente e pretendeva di ottenere un risarcimento. Per questa ragione aveva ottenuto l’assistenza di un legale. A un certo punto, non avendo ancora ricevuto il denaro del risarcimento il richiedente asilo aveva accusato la mediatrice culturale di non volerlo aiutare e l’aveva aggredita, bloccandola contro un muro, impedendole di uscire dall’ufficio e minacciando, infine, di dare fuoco al centro di accoglienza.
Il pubblico ministro aveva richiesto una condanna a due anni di reclusione anche se la mediatrice culturale, dopo aver ricevuto le scuse dell’aggressore, ritirò la querela di parte. E’ stato grazie all’intervento di altri ospiti se l’episodio di violenza non è degenerato.
Per quella ragione K.M. fu cancellato dal programma di accoglienza. L’uomo risulta irreperibile e irregolare.