
Ivrea: la piscina chiusa per il caro energia. Oltre 2.200 persone, in una petizione, chiedono la riapertura

La piscina di Ivrea continua a rimanere chiusa. Riceviamo e pubblichiamo volentieri la lettera redatta dall’Asd Nuotatori Canavesani, che riguarda la prolungata chiusura dell’impianto sportivo dovuta all’impennata delle bollette energetiche. Attualmente è in corso una raccolta di firme per chiedere al Comune l’immediata riapertura della piscina. Finora la petizione è stata firmata da oltre 2.200 persone.
“Quella che andiamo a scrivere e comunicarvi è una delle pagine grigie e tristi del nuoto e dello sport canavesano. Si perchè vi andremo a parlare di una chiusura annunciata della piscina comunale, causa rincaro energetico, ma mai voluta pienamente gestire, da un’amministrazione inadeguata.
I motori per una nuova stagione agonistica per gli atleti, e di corsi per i più piccini, erano stati avviati per tempo e tutto faceva presagire una nuova ed emozionante stagione, con obiettivi da raggiungere sia a livello agonistico che a livello di crescita societario. Queste emozioni e questi sogni ci sono stati tolti da una non comunicazione, da parte di un’amministrazione che non ha saputo gestire per tempo (ndr da giugno che si parla di caro energetico) il rincaro energetico.
Lo striminzito comunicato ricevuto, nel giorno in cui doveva essere riaperto l’impianto è il seguente: “L’impianto rimarrà chiuso fino al 30 Settembre, forse riaprirà ad Ottobre”. Questo non ci consente di poter fare una pianificazione né di poter offrire un servizio, si quel servizio pubblico che viene negato ad una città come Ivrea.
Tra inadeguatezze ed incertezza, sono nate iniziative spontanee da parte della comunità (come la raccolta firme che ha raggiunto più di duemila sottoscrizioni), che danno il polso di come la piscina comunale non sia solo un bene per le società sportive che ci lavorano al suo interno, ma come sia un servizio cruciale e pulsante della comunità canavesana, e la sua chiusura porterebbe alla perdita di un bene che non ha un prezzo per il tessuto sociale.
Quindi non ci resta che sperare nella riapertura dell’impianto. In caso contrario a rimetterci non saranno solo le società sportive, ma tutti quei giovani aspiranti atleti del futuro, le persone anziane e non che cullano i loro sogni di sport o chi ha bisogno dell’acqua per la riabilitazione ed inclusione sociale.
Lo sport è unione, lo sport è inclusione, lo sport è comunità e deve essere tutelato”.